Saman Abbas: dal carcere il cugino confessa l’omicidio

Dopo mesi di silenzio e, successivamente, informazioni vaghe, uno dei cugini di Saman Abbas rivela il luogo dove si trova la salma.

Telecamere
Telecamere – LettoQuotidiano.it

Ikram Ijaz avrebbe rivelato alcuni dettagli a un compagno di cella, in merito all’occultamento del corpo della 18enne.

La morte di Saman Abbas

Da giorni siamo tornati a parlare della morte di Saman Abbas, la giovane 18enne che viveva con la sua famiglia nel paese di Novellara, in provincia di Reggio Emilia.

Qui, la famiglia Abbas aveva una grande tenuta agricola dove lavoravano tutti i membri della famiglia: il padre Shabbar con la moglie, lo zio Danish e due cugini.

Nel 2021, Saman scomparve nel nulla e i suoi ultimi istanti vennero ripresi da una delle telecamere di sorveglianza della zona, mentre insieme ai genitori si allontana dalla tenuta per non fare più ritorno.

Saman e la sua famiglia non erano in buoni rapporti poiché loro la costringevano ad un matrimonio combinato con un parente molto più grane di lei.

A questa decisione Saman si era ribellata e aveva addirittura denunciato madre e padre, quindi era stata collocata in una struttura protetta a Bologna, dove aveva incontrato il vero amore.

Si chiama Ayub e ora anche lui è sotto protezione poiché sarebbe stato proprio il rapporto con lui a scatenare la furia di Shabbar.

L’uomo, insieme al fratello aveva organizzato un diabolico piano per farla fuori e così, con un tranello, la madre Nazia l’aveva attirata di nuovo nella casa genitoriale.

Dopo la scomparsa della giovane, denunciata dal fidanzato, cominciarono le ricerche e fin dal primo momento gli agenti si concentrarono sui familiari, i quali però si erano già dati alla fuga.

Mentre Shabbar e Nazia scapparono in Pakistan e tutt’ora risultano latitanti, lo zio Danish e i cugini Ikram e Nomanulhaq venenro arrestati fra la Francia e la Spagna e poi estradati.

Si scoprirà purtroppo che la ragazza non è semplicemente scomparsa, bensì è stata assassinata dalla sua famiglia con un piano premeditato.

In particolare, fu proprio lo zio a ucciderla e poi insieme ai cugini, occultare il cadavere, che ancora oggi non si trova.

La confessione di Ikram

I cugini di Saman vennero arrestati, così come lo zio Danish, ma fin dal primo momento, fornivano informazioni molto vane e confuse in merito all’omicidio.

Ora però, dopo le intercettazioni telefoniche in cui Shabbar avrebbe riferito di aver ucciso la figlia, emergono altri dettagli inquietanti che potrebbero portare la ritrovamento del corpo.

Ikram infatti, avrebbe raccontato al suo compagno di cella di aver ucciso la cugina con una corda e poi averla fatta a pezzi e gettata nel Po.

I resti di Saman sarebbero stati chiusi in un sacco nero e nel suo dettagliato racconto al compagno di cella, Ikram Ijaz ha riferito anche che la madre è stata allontanata perché in preda a un crollo emotivo.

Primo piano di Saman
Primo piano di Saman – LettoQuotidiano.it

Il ragazzo era stato arrestato in Francia circa un mese dopo la scomparsa di Saman e sebbene il suo racconto sembrerebbe veritiero, i Carabinieri pensano che solo una parte lo sia.

Inizialmente, l’uomo ha riferito una versione abbastanza confusa all’amico, per poi cambiarla con quella definitiva in cui però, ci sarebbero delle incongruenze.

Il racconto è ora al vaglio degli inquirenti e in aggiunta, Ikram avrebbe anche detto che a organizzare l’omicidio sarebbe stato Shabbar, esasperato dal fatto di non riuscire a gestire la figlia.

La dinamica

Le forze dell’ordine hanno battuto a tappeto l’intera zona delle campagne emiliane circostanti la tenuta degli Abbas, ma del corpo della 18enne non c’è mai stata traccia.

Servendosi anche di sofisticati sistemi tecnologici in grado di captare la presenza di corpi fino a 6 metri di profondità, i Carabinieri hanno cercato Saman ovunque ma nemmeno con i cani molecolari si è arrivati al suo ritrovamento.

Dal carcere, i colpevoli non avevano mai fornito dettagli utili fino ad oggi in cui il cugino si è lasciato andare, forse per scaricarsi un peso dalla coscienza o chissà, per vantarsi.

Secondo la dinamica ricostruita dagli inquirenti in merito a quella fatidica notte del 30 aprile, la ragazza sarebbe uscita insieme ai genitori e poi sarebbe stata consegnata allo zio e ai cugini.

Mentre Ikram e Nomanhulaq la tenevano ferma, Danish l’avrebbe strangolata con una corda.

Stando sempre al racconto del cugino, c’era anche un quarto uomo di cui però non si conosce l’identità poiché era coperto da un passamontagna. Questo, avrebbe aiutato il gruppo a infilare il corpo nel sacco, successivamente trasferirlo altrove per farlo a pezzi e poi gettarlo nel Po.

Il racconto è agli atti del processo che inizierà a febbraio e vedrà come indagati per omicidio e occultamento di cadavere: lo zio Danish di 34 anni, i cugini Ikram di 28 e Nomanhulaq di 35, i genitori Shabbar di 46 anni e Nazia di 47.

 

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