Una terribile storia di soprusi e violenza quella di cui è rimasta vittima Saman Abbas, che nel 2021 venne uccisa dai familiari.
Si sono dette molte cose su questa vicenda, ora spunta un audio in cui il padre ha confessato l’omicidio della 18enne.
La storia di Saman Abbas
Partiamo dall’inizio e facciamo un passo indietro fino al 2021, quando la giovane pachistana scomparve nel nulla.
Gli Abbas avevano una grande azienda agricola composta da 180 serre e circondata da 80 ettari di terreno e proprio in queste zone si concentrarono le ricerche della 18enne.
Saman è scomparsa nella notte fra il 30 aprile e il 1 maggio, uscendo di casa insieme al padre e alla madre senza mai più tornare.
La terribile verità è che la giovane è stata consegnata allo zio e ai cugini, che l’hanno uccisa e hanno fatto sparire il corpo.
Secondo le ricostruzioni, la giovane sarebbe stata attirata in casa dei genitori con un tranello e, sempre con l’inganno, si sarebbe diretta con loro da qualche parte. In seguito non si hanno avuto più notizie di lei.
La latitanza
Un ruolo secondario in questo omicidio ma comunque molto importante è quello ricoperto dai genitori di Saman, fuggiti in Pakistan subito dopo la scomparsa della giovane.
Sebbene infatti non siano stati materialmente gli esecutori, hanno contribuito a organizzarlo nei minimi dettagli, perfezionando ogni particolare insieme allo zio Danish, che sembrerebbe essere il vero e proprio killer.
Saman aveva rifiutato il matrimonio con un parente pachistano molto più grande di lei e questo gesto aveva gettato disonore sulla famiglia Abbas, inaccettabile da sopportare.
Tanto da organizzare un terribile piano per togliere di mezzo la ragazza e in seguito fuggire in Pakistan appena il giorno dopo la scomparsa.
I primi a lasciare l’Italia sono stati proprio loro, ripresi all’aeroporto di Malpensa e in seguito anche lo zio e i cugini, che però sono stati arrestati fra la Francia e la Spagna.
Danish si è detto estraneo alla vicenda e afferma di essere stato incastrato, tuttavia le immagini delle videocamere parlano chiaro.
Queste lo ritraggono la sera prima della scomparsa, mentre con delle pale raggiunge le campagne circostanti insieme ai cugini. In merito a questo dettaglio, si è giustificato dicendo che dovevano fare dei lavori nell’orto.
Le indagini e le ricerche
Subito, i nomi dei genitori di Saman sono stati inseriti nella banca dati Interpol, questo significa l’immediato arresto ovunque vengano avvistati.
L’intera famiglia della ragazza è indagata per il suo omicidio, l’unico testimone coraggioso che si è distinto in questa vicenda è stato il fratello della vittima, che ha indicato proprio lo zio come il killer.
Agli inquirenti, il ragazzo ha riferito di aver visto uscire i genitori con Saman e tornare diverse ore dopo senza di lei e in lacrime.
Gli agenti controllarono a fondo le telecamere di sorveglianza poste in vari angoli dell’azienda di Novellara, per ricostruire gli ultimi momenti prima della scomparsa della giovane.
Dopo diverso tempo, le indagini portate avanti grazie al ruolo chiave del fratello di Saman, hanno confermato che è stata proprio la famiglia a organizzare il suo omicidio e le telecamere hanno mostrato un vero piano premeditato.
Sebbene questo sia stato messo appunto dal padre della ragazza, la figura centrale è sempre stata quella dello zio, che insieme ai due cugini, avrebbe materialmente compiuto l’omicidio e scavato la fossa.
La colpa della ragazza sarebbe stata quella di rifiutare un matrimonio combinato, gesto impensabile soprattutto per il padre Shabbar, che con l’aiuto del fratello e degli altri componenti della famiglia, nonché il benestare della moglie, iniziò ad agire.
Dalle telecamere si vedono i cugini di Saman e lo zio Danish, fare diversi giri per il terreno con delle pale, anche dopo il termine dell’orario di lavoro.
Questa attività è cominciata il giorno prima e forse, con quell’attrezzatura hanno proprio scavato la fossa per contenere il corpo della giovane.
Gli inquirenti lo hanno cercato a lungo negli ettari dell’intera azienda e nelle campagne dell’Emiliano con sistemi tecnologicamente avanzati in grado di captare corpi fino a 6 metri di profondità.
Tuttavia, chi ha organizzato il macabro piano aveva bene in mente come agire e quindi il corpo è stato occultato alla perfezione e ancora oggi non è stato trovato.
Le ricerche del cadavere sono state portate avanti con l’ausilio dei migliori cani addestrati, provenienti dall’estero, che hanno controllato attentamente serre, pozzi e porcilaie circostanti la zona della tenuta agricola.
La confessione del padre
Saman è stata cercata dappertutto ma del suo corpo ancora oggi non c’è traccia, nonostante l’impiego di elettromagnetometri, georadar e cani molecolari.
L’ipotesi è che sia stata nascosta in qualche pozzo o portata lontano, ma la Procura ipotizza che il suo corpo potrebbe non essere mai ritrovato.
In queste ore è stata resa pubblica la notizia relativa a una confessione di Shabbar, il padre della vittima, il quale dopo un mese dalla scomparsa avrebbe telefonato a un parente.
Durante la conversazione verso un parente in Italia, ha detto di aver ucciso la figlia e ora questa è agli atti del processo che inizierà a febbraio.
Rinviati a giudizio con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere ci sono lo zio Danish e i cugini Ikram e Nomanhulaq. Latitanti ancora il padre e Nazia, la madre.
Chi è Saman Abbas
La coraggiosa scelta di Saman, di rifiutare il matrimonio con un uomo molto più grande di lei, le è costata la vita.
Nel piccolo comune emiliano di Novellara, la giovane era oppressa da una famiglia rigida che non dava spazio al suo desiderio di normalità.
Famiglia da cui già una volta era scappata per dirigersi in un commissariato della zona.
Anche riguardo a quella prima fuga, il motivo era il medesimo, infatti la madre e i padre avevano organizzato un matrimonio a cui si era ribellata, denunciandoli alle forze dell’ordine.
All’epoca era ancora minorenne e dopo la sua denuncia, era stata collocata in una struttura protetta a Bologna, dove finalmente aveva cominciato a vivere la vita normale che le era stata negata per tanto tempo.
Proprio qui aveva conosciuto il suo primo amore, un giovane pachistano che poi fu il primo a denunciare la scomparsa di Saman nel 2021, allarmato anche dal fatto che proprio lei gli aveva detto di avvisare la Polizia se non la sentiva per più di 48 ore.
Questo era il contenuto di un messaggio inviato dal cellulare della ragazza la sera prima della scomparsa, in cui in occasione dei 18 anni aveva deciso di tornare a casa per recuperare il passaporto e lasciare definitivamente il tetto familiare.