Le parole di Berlusconi sull’invasione dell’Ucraina hanno generato qualche polemica

Era stato quasi impeccabile fino a là, Silvio Berlusconi, poi lo scivolone sull’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin che, ha detto, “doveva solo sostituire con un governo di persone perbene il governo di Zelesnsky”. Travisate o meno, però, quelle parole hanno creato più di qualche imbarazzo e hanno alzato un polverone.

Berlusconi
Silvio Berlusconi – lettoquotidiano.it

Specialmente nel centrosinistra e nel terzo polo: le hanno commentate sia il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, sia il leader di Azione, Carlo Calenda. Ma ad aggiungere carne al fuoco è stata anche Mara Carfagna, ora al centro ma prima con Forza Italia, che ha dichiarato che lasciare il partito del Cavaliere è “stata una cosa giusta”. A nulla sono serviti i chiarimenti di Berlusconi e anche del vicepresidente forzista, Antonio Tajani.

Berlusconi scivola sull’invasione dell’Ucraina da parte di Putin e accende un caso politico

La parte più interessante dello speciale di Porta a porta, ieri, in vista delle elezioni di domenica, come vi abbiamo già detto, è stata quella dedicata a Silvio Berlusconi. Il presidente di Forza Italia, imbeccato da Bruno Vespa sui rapporti con l’”amico” Vladimir Putin, ha quasi giustificato l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia dicendo che l’oligarca “doveva solo sostituire con un governo di persone perbene il governo di Volodymyr Zelensky“.

Tajani Berlusconi
Antonio Tajani e Silvio Berlusconi – lettoquotidiano.it

Sì, non il modo migliore per chiudere la campagna elettorale, specie perché il Cavaliere e il suo partito si sono sempre professati a favore del sostegno all’Ucraina, vicini ai valori atlantici e appoggiano del tutto la linea dell’Unione europea, cosa che lui, per altro, ha specificato anche dopo, non prima che, sempre il giornalista, a tratti imbarazzato, gli facesse dire che anche l’attuale presidente ucraino è una persona perbene.

Non il modo migliore perché da quelle parole, travisate o meno che siano, si è scatenato un putiferio. L’Unione europea non ha commentato, Matteo Salvini, leader della Lega e alleato di Berlusconi, ha detto di non voler essere costretto a interpretare il pensiero del forzista, ma il centrosinistra e il terzo polo hanno colto la palla al balzo per ribadire dei concetti e attaccarlo, e non sono neanche i soli.

In effetti, basta fare un salto sul profilo Twitter del segretario del Partito democratico, Enrico Letta, per capire che anche all’estero l’uscita (infelice) non è passata inosservata. Comunque, Letta. Ecco, lui ha detto che domenica ci sarà il voto e che se vincessero loro, la destra, “Putin brinderebbe. Si autorizza ad andare con i carri armati nel paese vicino“, e quindi lo “si legittima“. Ha ovviamente precisato che “è una frase grave, scandalosa” in cui l’ex premier crede davvero e che ci dovrebbe essere una ribellione.

Non molto distante neanche Benedetto Della Vedova, candidato con +Europa, che ha definito “inaccettabile, grottesco e pericolosissimo per l’Italia” l’intervento di Berlusconi. E, a dimostrazione che qualcosa in comune con Azione c’era, anche Carlo Calenda, ha chiesto al Cav di vergognarsi.

Finito? No, perché il carico da novanta lo ha messo Mara Carfagna, una vita in Forza Italia ma passata con il terzo polo dopo che i forzisti hanno deciso di staccare la spina al governo di Mario Draghi, di cui lei fa parte in qualità di ministra del Sud. “Sempre più convinta che sia stata una cosa giusta“, ha detto prima di specificare come il sostegno alla politica estera dell’esecutivo di alcuni partiti fosse solo una facciata.

Da Forza Italia si difendono, Berlusconi: “Si tratta di una frase estrapolata”

In pratica, non sono serviti a nulla i chiarimenti di Berlusconi che su Twitter ha scritto che “bastava vedere tutta l’intervista, non solo una frase estrapolata, eccessivamente semplificata, per capire quale sia il mio pensiero, che è noto da tempo. L’aggressione all’Ucraina è ingiustificabile e inaccettabile, la posizione di Fi chiara: saremo sempre con l’Ue e con la Nato“. O di Antonio Tajani, coordinatore e vicepresidente di del partito oltre che braccio destro del Cavaliere, che ha condannato Mosca.

Supporto alla causa dell’ex presidente del Consiglio anche dal Partito popolare europeo, di cui fa parte al Parlamento di Strasburgo: “La posizione di Forza Italia è chiarissima: sostengono l’Ucraina nella lotta contro la guerra illegale russa“, hanno scritto in un tweet. Neanche la loro voce, però, è bastata per spegnere l’incendio, ci penserà il silenzio elettorale da domani. Gli italiani, però, perdoneranno quest’uscita a Berlusconi? Alle urne l’ardua sentenza.

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