Firme digitali, respinto il ricorso di Cappato: “Decisione insensata”

Il Tribunale monocratico civile di Milano ha respinto il ricorso della lista Referendum e democrazia di Marco Cappato contro l’esclusione dalle elezioni politiche di domenica prossima. Il ricorso, depositato il 2 settembre, mirava a riammettere la lista e quindi riconoscere la validità delle firme digitali, tramite Spid, il metodo con cui si erano raccolte le sottoscrizioni.

Cappato
Marco Cappato – lettoquotidiano.it

Nel merito, il 16 settembre si era espresso anche il governo tramite l’Avvocatura di Stato, che aveva chiesto il rigetto del ricorso che altrimenti avrebbe portato a un differimento delle elezioni. Il leader della lista ha definito la decisione del giudice Andrea Borrelliinsensata” e frutto di un ricatto in cui l’esecutivo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica non hanno detto nulla, per cui ha promesso che la battaglia andrà avanti.

Il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso di Referendum e democrazia, la lista di Cappato

La battaglia legale di Marco Cappato, attivista per quanto riguarda i diritti civili, specie quelli riguardanti il tema di fine vita, e ora leader di Referendum e democrazia per la riammissione della sua lista per le elezioni politiche di domenica 25 settembre si è conclusa oggi con una sconfitta. Ma potrebbero esserci degli sviluppi, ha detto.

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Marco Cappato – lettoquotidiano.it

Il giudice civile del Tribunale monocratico di Milano, Andrea Borrelli, infatti, ha respinto il ricorso presentato dai legali di alcuni dei candidati il 2 settembre, che mirava soprattutto al riconoscimento della validità della firma digitale, in formato Spid, ovvero la modalità in cui si era deciso di raccogliere le sottoscrizioni.

Nella motivazione della sentenza, si intuisce che il ricorso è stato rigettato perché il giudice non era in grado di verificare la veridicità delle firme digitali e ha imputato alla lista di non aver provato l’esistenza delle stesse. “È qui il caso di aggiungere – si legge ancora nella decisione – che non spetta certo al Tribunale esprimere in astratto principi giuridici, bensì risolvere concrete controversie: con conseguente esigenza di compiere (ancorché sommariamente) gli accertamenti in fatto necessari”.

Nella vicenda, il 16 settembre, si era inserito anche il governo, il cui è intervento era stato auspicato diverse volte da Cappato dal 25 agosto, giorno in cui le Corti d’appello avevano ricusato la presentazione della lista in alcune circoscrizioni – un decreto legge ad hoc, secondo il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, avrebbe “salvato” le candidature per le politiche. Nella memoria depositata dall’Avvocatura dello Stato a nome dell’esecutivo si chiedeva il rigetto del ricorso perché il “provvedimento cautelare auspicato dai ricorrenti imporrebbe di differire lo svolgimento delle elezioni”.

Uno scenario così improbabile che, secondo il leader, il governo aveva semplicemente deciso di rimettere nelle mani del Tribunale di Milano la responsabilità e quindi la scelta di escludere la sua lista dalle consultazioni del 25 settembre. Cosa che poi effettivamente è avvenuta.

Cappato: “La decisione del Tribunale è insensata e oggetto di un ricatto”

Immediate sono arrivate le dichiarazioni di Cappato per il quale la decisione di oggi è “insensata perché ci imputa di non avere provato l’esistenza delle firme, attribuendo a noi un dovere che è notoriamente in capo alla Corte d’Appello e non certo ai presentatori. Anche per questo presenteremo immediato reclamo”.

Non solo, il leader di Referendum e democrazia, ha spiegato come “nel silenzio assoluto da parte di governo, Parlamento e Presidente della Repubblica, il giudice di Milano si è trovato a dover decidere in condizioni di oggettivo ricatto prodotto dall’inerzia istituzionale. Anche per questo la nostra azione non finisce qui“. Concetto ribadito anche su Twitter.

Più o meno dello stesso segno anche le parole di Marco Perduca, il responsabile legale della lista, che ha ricordato le tappe che hanno poi portato all’esclusione dalle elezioni: “Nessuna risposta era però mai arrivata dal 25 luglio quando abbiamo diffidato formalmente il governo per ottenere un decreto interpretativo”, ha detto.

Per Virginia Fiume, co-presidente di Eumans, il movimento politico paneuropeo della partecipazione civica, che si è speso anche per il riconoscimento delle firme digitali per la lista di Cappato, la decisione di oggi arriva a cinque giorni dalle elezioni, “ma dopo cinque anni da quando, nel 2017, il Parlamento aveva impegnato – entro sei mesi – il governo a sperimentare la firma digitale per la presentazione delle liste. Un esperimento mai tentato da nessun esecutivo ma non per questo scaduto come impegno”.

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