Libano, assalti alle banche: cercheremo i manager

La tensione in Libano ha portato a diversi assalti alle banche e ora i Robin Hood dei risparmiatori promettono di scovare i manager.

Libano, attacco in banca
Libano, attacco in banca con ostaggi – LettoQuotidiano.it

Nel paese aleggia ormai da anni un clima di malcontento e rivolta popolare. Chi è rimasto ha visto i proprio risparmi congelati presso gli istituti bancari. La popolazione è alla fame e si è scagliata contro le banche. Le associazioni di correntisti hanno affermato che, se necessario, arriveranno alla fonte.

Libano, assalti alle banche

Il Libano si trova in una situazione d’emergenza umanitaria davvero impressionante. Il declino del paese è iniziato nel 2019 quando la moneta nazionale ha perso valore. La svalutazione della moneta, ha avviato un meccanismo che ha portato povertà a una rivoluzione inattesa.

Il 2020 poi ha dato il colpo letale alla nazione già in rivolta. L’esplosione al porto di Beirut è stata una tragedia che ha segnato il successivo deterioramento del Libano. Molte famiglie sono rimaste senza lavoro e la povertà ha fatto capolino anche tra i borghesi della società portanti la nazione allo sbaraglio.

Lo stato ha risposto il congelamento dei fondi privati e la situazione ha devastato i cittadini. Le famiglie non hanno cibo e soldi per le cure mediche. Sono nate associazioni firmate dai risparmiatori che pretendono di avere la disponibilità dei loro fondi.

Negli ultimi giorni si sono verificati ben 10 assalti nelle banche per riacquisire i propri soldi. Una rivoluzione vera e propria dei cittadini contro le banche. Il ministro degli interni, Bassam Malawi, ha richiesto una riunione speciale del Consiglio di Sicurezza, dove ha annunciato misure severe.

Lo stato non tollererà attacchi ulteriori e utilizzerà i propri mezzi per sedare rivolte e attacchi agli istituti di credito.

Nonostante ciò il fermento aumenta e il governo ha disposto la chiusura degli sportelli bancari.

Questo ha fomentato nuovamente il popolo contro un sistema politico che sta soffocando e portando a un suicidio ogni due giorni per mancanza di possibilità.

Le dichiarazioni dei “Robin Hood’ in merito alla chiusura delle banche

La chiusura delle banche in Libano dopo gli assalti ha provocato la reazione dei correntisti. Il presidente di The Cry if Depositors, associazione che sostiene i cittadini in rivolta, ha affermato che se le banche non riapriranno andranno dritti alla fonte.

Il portavoce ha affermato:Se chiudono le banche andremo a cercare i manager nelle loro case. In Libano o all’estero”. 

La situazione è grave e anche l’Unicef ha spiegato che è un momento tragico e i bambini sono allo stremo. La Caritas ha affermato che la maggior parte delle famiglia ha dovuto richiedere un prestito per poter acquistare generi essenziali.

Le conseguenze della crisi nazionale

Manca il cibo e ciò ha costretto i libanesi a emigrare e l’esodo sta toccando direttamente anche il nostro paese.

Si appresta una nuova ondata di violenze dettata dall’impotenza del popolo e dalla fame. Il governo si prepara a respingerla ma si prevede una battaglia che porterà soltanto altra disperazione.

Libano, rivolta davanti alle banche
Libano, folla in rivolta davanti alle banche – LettoQuotidiano.it

Le associazioni umanitarie sono all’erta e prevedono di dover ampliare le risorse alimentari e mediche all’interno del paese.

Nessuno in Libano, nel momento attuale, pensa che sia possibile un futuro roseo all’interno della nazione. Ma sembra che la cerchia ristretta, la disdetta èlite che tira le fila dai piani alti, preferisca e che le cose continuino cosi. Almeno per ora.

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