Bombe russe nella regione di Kharkiv: quattro medici morti e due pazienti feriti

La regione di Kharkiv continua a essere scenario importante della guerra tra Russia e Ucraina. E purtroppo anche decisamente tragico, visti gli eventi che man mano vi stiamo raccontando e che alimentano la scia di terrore e barbarie in un conflitto che non è vicino alla sua conclusione. Infatti, da Kiev è arrivata un’altra chiusura ai negoziati con il Cremlino.

Forze militari sul campo
Forze militari sul campo – lettoquotidiano.it

Non è facile raccontarvelo, ma le ultime ore, sotto il profilo del dramma umano e militare, non sono state affatto semplici in Ucraina. E ancora una volta il teatro di guerra è quello di Kharkiv, il che non è affatto banale nel definire il contesto di quello che sta succedendo. Anche perché non c’è solo questo da riferirvi in una giornata segnata dalle accuse di Zelensky per le torture a opera dei russi e che emergono nei territori riconquistati dagli ucraini. E poi c’è l’ennesimo no, in questo momento, dagli assaliti ai negoziati con Vladimir Putin, ma anche il problema energetico che non accenna a finire.

La Russia bombarda nella regione di Kharkiv: il bilancio di morti e feriti

È iniziata la terza fase della guerra, quella che gli analisti hanno definito dopo la fruttuosa controffensiva dell’Ucraina, ma comunque, nonostante abbia accusato diverse perdite e abbia indietreggiato in diverse città, la Russia non ha alcuna intenzione di fermarsi. Nelle ultime ore, infatti, sono andati avanti i bombardamenti del Cremlino nella regione di Kharkiv.

Non è affatto un territorio come gli altri in questa guerra, dato che stiamo parlando del capoluogo dell’omonima oblast’ e dell’omonimo distretto, situata a Oriente. E in generale è la seconda città più popolosa dopo la capitale Kiev. Dall’inizio del conflitto se n’è parlato tanto, perché geograficamente e non solo, è una zona cruciale e perché fin dalle prime battute è stata conquistata dai russi, per poi essere oggetto della controffensiva ucraina.

Zelensky
Volodymyr Zelensky – lettoquotidiano.it

Anche nelle ultime ore, è stata teatro di terrore a causa delle bombe scagliate dai russi. Infatti, quattro medici hanno perso la vita e due pazienti sono rimasti feriti nel corso di un attacco degli uomini di Vladimir Putin nel villaggio di Strelecha. L’assalto degli invasori è avvenuto mentre era in atto l’evacuazione dei pazienti da un ospedale psichiatrico che intanto veniva assediato con dei missili. Il racconto dei fatti è arrivato da Oleg Sinegubov, proprio il capo dell’amministrazione statale regionale di Kharkiv ed è stato successivamente ripreso dall’Ukrainska Pravda.

Secondo quanto riporta, infatti, i medici sono morti cercando di mettere in salvo quanti più pazienti possibile durante l’attacco. La loro opera non è stata vana, dato che sono stati messi in salvo trenta pazienti, ma per farvi capire la proporzione del dramma, nell’ospedale ce ne sono a centinaia.

Gli attacchi tra Russia e Ucraina non sussistono solo dal punto di vista militare, ma anche per quanto riguarda le accuse e il rimpallo di colpe. Le ultime sono arrivate per voce dell’ambasciatrice dell’Ucraina negli USA, Oksana Markarova, in un’intervista rilasciata a Abc. Ha ribadito, dopo le ultime pesanti dichiarazioni di Zelensky, che il paese assalito ha trovato prove di crimini di guerra di enormi proporzioni. E successivamente ha rilasciato parole pesanti nei confronti della Russia: “Ora tutti vedano il vero volto dell’invasione” del Cremlino. Nello specifico Markarova ha parlato di torture, stupri, uccisioni e quindi di crimini di guerra, ribadendo la necessità di liberare quanto prima l’Ucraina dagli invasori. Le accuse non si fermano, anzi l’ambasciatrice sottolinea che i russi stanno attaccando tutti senza distinzione, anche civili, famiglie e bambini. Infine, ha parlato di “genocidio contro gli ucraini”.

A parte la barbarie e il terrore, i russi stanno rispondendo alla controffensiva ucraina con nuovi feroci attacchi. Gli ultimi bollettini indicano otto civili uccisi e 33 feriti, a causa dei raid lanciati dai russi su tutto il territorio dell’Ucraina. Un bilancio che ha tracciato Kyrylo Tymoshenko via Telegram. Se si entra ancor più nei dettagli, cinque vittime e diciotto feriti si sono verificati nella regione di Donetsk, che resta ancora uno dei territori più assediati dai russi. Ma anche Kharkiv, come vi abbiamo detto, non ha pace e resta al secondo posto.

L’analisi della guerra: la Russia sta aumentando gli attacchi sui civili

Un’analisi più approfondita sulla guerra è arrivata dal Ministero della Difesa britannico, che quotidianamente ci aggiorna su quanto sta succedendo in territorio di guerra. Sono stati proprio loro a riferire che la Russia sta rispondendo alla controffensiva con attacchi sempre più forti nei confronti delle infrastrutture dei civili in Ucraina. Dal 24 febbraio, il Cremlino ha lanciato migliaia di missili per attaccare zone di civili nel territorio dei nemici. E nell’ultima settimana, si registra un’intensificazione di questi assalti nei confronti delle infrastrutture. A essere prese di mira sono state, in particolare, dighe idrauliche e reti elettriche. Insomma, la Russia soffre in diverse zone, ma allo stesso tempo ha deciso di aumentare i luoghi in cui è pronta a colpire.

E vediamo un po’ la cosa dal punto di visto europeo. Non solo per i continui attacchi ai civili, ma nell’ambito di una crisi energetica che resta un punto importante per le dinamiche del Vecchio Continente nei prossimi mesi. Il problema, secondo quanto riporta il vicepresidente della Russia Alexander Novak, ripreso Interfax, è destinato a peggiorare. Le parole di Novak sono arrivate in un’intervista tv: “La crisi energetica sta diventando più grave, dato che ora sono in arrivo le bollette per le singole case, ma anche per i servizi pubblici. I consumatori non riescono più a pagare il gas“.

Da Kiev intanto è arrivata l’ennesima chiusura ai negoziati con la Russia per il termine della guerra. Questa volta l’annuncio è del consigliere presidenziale di Kiev, Mykhailo Podoliak, ripreso dall’Ukrainska Pravda. Il suo no è spiegato sotto diversi aspetti. Innanzitutto la Russia ha ancora abbastanza risorse per centrare alcuni obiettivi militari. Sottolinea anche che qualsiasi vertice non farebbe altro se non alimentare la strategia storica della Russia e cioè il movente per iniziare una nuova fase di escalation. L’Ucraina, inoltre, ritiene che il Cremlino debba pagare per i crimini di guerra di cui si è macchiata. Podolyak ha ribadito, inoltre, che l’unica condizione che Kiev potrebbe accettare è il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina.

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