Elezioni, tra Meloni e Salvini non va tutto bene: le scaramucce sullo scostamento di bilancio

Le cose tra Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e Matteo Salvini, numero uno del Carroccio, alleati nel centrodestra non va del tutto bene. Secondo quella che potrebbe diventare la prima presidentessa del Consiglio donna della storia italiana, l’ex vicepremier starebbe polemizzando più con lei che con gli avversari.

Salvini Meloni
Matteo Salvini e Giorgia Meloni – lettoquotidiano.it

Dal canto suo, però, Salvini non è affatto d’accordo sulla posizione di Meloni di non ricorrere a un ulteriore scostamento di bilancio per aiutare cittadini italiani e imprese a contrastare l’emergenza energetica che ha causato l’aumento delle bollette di luce e gas. I due leader, che già in passato hanno dovuto mettere a tacere le voci su una possibile crisi all’interno della coalizione, ora hanno fatto dichiarazioni pubbliche in senso opposto. E le preoccupazioni, all’indomani delle elezioni politiche del 25 settembre, su una probabile tenuta del governo sono più che lecite.

Elezioni 25 settembre, Meloni e Salvini non sono d’accordo sullo scostamento di bilancio: le scaramucce tra i due leader del centrodestra

Prima erano solo voci di corridoio, appena sussurrate ma carpite da qualche cronista che si aggirava là vicino, ora sono dichiarazioni pubbliche che difficilmente possono essere travisate: anche nel centrodestra non è tutto oro quello che luccica.

Da chi dovrà diventare presidente del Consiglio se si dovessero vincere le elezioni del 25 settembre allo scostamento di bilancio, passando per le sanzioni alla Russia e una linea più morbida da tenere nei confronti di Vladimir Putin, tra Giorgia Meloni, numero uno di Fratelli d’Italia, e Matteo Salvini, leader della Lega, non va tutto come dovrebbe.

Salvini Meloni
Matteo Salvini e Giorgia Meloni – lettoquotidiano.it

Candidati e proiettati a una vittoria che consegnerebbero loro, assieme a Silvio Berlusconi e a Forza Italia chiaro, la maggioranza dei seggi in Parlamento e quindi la possibilità di formare un esecutivo, per così dire, monocolore, i due segretari potrebbero avere molte più difficoltà di quanto si creda.

Un’analisi in questo senso è stata fatta, su Twitter, anche dal giornalista della Stampa Jacopo Iacoboni secondo cui “un governo Meloni avrebbe questo schema: sullo scostamento di bilancio, sulle armi all’Ucraina, sulle sanzioni alla Russia, sul piano energetico, Salvini-Ronzulli farebbero continuamente asse con Conte, contro Meloni. Facile previsione. Immagino sia chiaro a tutti“.

Dal campo dei se, però, ci si deve spostare nel campo della realtà. E sì, le parole dette tra tv e radio, e quindi tra ieri e l’altro ieri, dai due alleati devono far riflettere, in primis loro.

Il 13 settembre, in un’intervista a Radio Cusano Campus, il Capitano aveva messo sullo stesso piano la leader di FdI e il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, parlando dello scostamento di bilancio: “Qua rischiamo di vincere le elezioni ma di ereditare un paese in ginocchio. Faccio appello a Letta e a Meloni: uniamoci, mettendo 30 miliardi sul tavolo per bloccare l’aumento delle bollette su luce e gas. Se l’Europa per far qualcosa aspetta dicembre noi cosa facciamo, aspettiamo Godot?“.

Posizione poi ribadita anche durante un’ulteriore intervista a Rtl 102,5, in cui Salvini ha precisato che “con Giorgia vado d’accordo sostanzialmente su tutto. Ci stiamo preparando a governare questo paese straordinario con tante difficoltà per i prossimi cinque anni. Su questa prudenza, rinvii e ritardi nello stanziare i soldi per aiutare gli italiani in difficoltà a pagare le bollette della luce e del gas mi stupiscono“.

La risposta della candidata premier sarà sicuramente arrivata prima in altra maniera, non abbiamo dubbi, ma Meloni ha comunque voluto lavare i panni sporchi in pubblica piazza. “È qualche giorno che mi sorprendono alcune dichiarazioni di Salvini – ha detto al Tg La7 -, e mi sorprende il fatto che a volte sembri più polemico con me che con gli avversari“.

Elezioni 25 settembre, quali sono le idee di Meloni (e non di Salvini) per evitare un ricorso a un deficit maggiore

Secondo Meloni, come ha più volte precisato, chiedere al Parlamento di ricorrere a un deficit maggiore rispetto a quello autorizzato nella legge di bilancio per aiutare gli italiani alle prese con il caro delle bollette è solo l’extrema ratio, posizione ribadita all’AdnKronos anche da Maurizio Leo, ovvero il responsabile economico di Fratelli d’Italia.

Sempre davanti ai microfoni del telegiornale diretto da Enrico Mentana, infatti, quella che si candida a essere la prossima inquilina di Palazzo Chigi ha spiegato come “il prezzo del gas sale perché le speculazioni salgono, se non fermiamo le speculazioni 30 miliardi non bastano“, ma anche che quei 30 miliardi aggraverebbero solamente la situazione dei conti pubblici italiani.

Una soluzione alternativa c’è: il disaccoppiamento tra il prezzo dell’energia prodotta con il gas e quella che viene prodotta da altre fonti. Soluzione, a dire il vero, già trovata anche dalla Commissione europea e di cui ha parlato anche la presidentessa, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Unione europea ieri al Parlamento di Strasburgo, ma che Meloni, vedremo meglio dopo, vorrebbe che si facesse prima in Italia.

A proposito di Europa, Salvini in serata aveva nuovamente lamentato l’attendismo di Meloni con cui si hanno “sensibilità diverse, Giorgia mi dice ‘aspettiamo, e facciamo riforme più complessive, aspettiamo l’Europa’, ma se l’Europa dorme io cosa faccio, licenzio un milione di persone?“.

Mi dispiace che si commenti senza leggere, non è vero che aspetto l’Europa – ha risposto ancora la leader di FdI -. Io chiedo che l’Italia ancora prima dell’Europa faccia il disaccoppiamento tra il costo del gas e le altre fonti, che abbatterebbe in modo significativo le bollette, costa 3-4 miliardi, che si può fare senza scostamento ma con l’extragettito“. “L’ho spiegata cento volte, la polemica non la capisco e la trova pretestuosa. Spero che siano cose da campagna elettorale, ma quando uno lo spiega poi un altro non dovrebbe insistere“, ha concluso sull’argomento Meloni.

La controreplica del leader del Carroccio è arrivata in mattinata a Mattino Cinque, su Canale 5. “Il problema non è polemizzare. La bolletta non è di Matteo Salvini, di destra o di sinistra. Intervenire adesso non è un capriccio di Salvini. Rischiamo una strage come per il Covid, una strage stavolta economica“, ha iniziato per poi dire che i no della sua alleata servono “a salvare milioni di posti di lavoro, non a fare una settimana bianca. Se i genitori non lavorano i figli non mangiano. Vorrei che la politica si unisse su questo, poi ci si divide su tutto il resto“. “Il governo che è in carica deve intervenire oggi. Mi stupisco che altri segretari di partito invitino alla prudenza, soprattutto a sinistra“, ha concluso.

E quindi, il campo della realtà ci rimanda al campo del se: riusciranno, effettivamente, a mettere da parte le scaramucce i due leader e governare insieme qualora gli italiani accorderanno loro la fiducia? Chissà. Certo è che, anche nel centrosinistra, la situazione non è delle migliori.

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