Caro energia, la Commissione pronta a varare il primo pacchetto. Cingolani: “A breve anche il price cap”

Dopo la riunione di venerdì dei ministri dell’Energia, che verrà replicato il 30 settembre per volere della Repubblica ceca, che per questo semestre presidente il Consiglio dell’Unione europea, la Commissione europea si appresta ad approvare il primo pacchetto sul caro energia.

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Mario Draghi, Roberto Cingolani, Roberto Garofoli e Daniele Franco – lettoquotidiano.it

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha parlato sia dell’importanza di queste nuove misure, sia del fatto che dall’Unione europea presto potrebbe arrivare una risposta anche in merito al tetto al prezzo del gas, proposto da lui quindi dall’Italia. Il membro del governo di Mario Draghi ha anche spiegato come funziona la borsa europea per il gas e come si intende aiutare ulteriormente i cittadini e le imprese europee.

Caro energia, la Commissione è pronta a varare il primo pacchetto

Mentre in Senato si riesce a sbrogliare la matassa sul dl Aiuti bis, in Europa, meglio in Commissione europea, riunita oggi a Strasburgo, si mette un altro mattoncino a posto per quanto riguarda le misure che si devono adottare per contrastare l’aumento dei prezzi del gas e aiutare le famiglie e le imprese italiane ed europee che sono alle prese con il caro delle bollette dell’energia.

Il primo pacchetto che i commissari si troveranno a dover varare è il frutto delle decisioni prese nel Consiglio dell’Unione europea di venerdì dei ministri dell’Energia dei 27 Paesi membri della comunità, tra cui non c’è il tetto al prezzo del gas, che probabilmente verrà discusso ulteriormente nella riunione del 30 settembre, richiesta dalla Repubblica ceca che presiede il Consiglio in questo semestre.

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Ursula von der Leyen – lettoquotidiano.it

Al netto delle cose che potrebbero esserci da ottobre in poi, vediamo cosa prevedono ora le misure pronte a essere licenziate. Il primo punto riguarda la riduzione della domanda elettrica, che dovrebbe aggirarsi intorno al 10% su base mensile e che ogni Paese dovrà rispettare. A discrezione di ogni Stato membro è invece l’orario in cui scatterà il taglio dei consumi.

Nella bozza della proposta di legge, la “riduzione obbligatoria dovrebbe risultare da un taglio operato in 3-4 ore per giorno lavorativo in media, che corrispondono alle ore di picco dei consumi”, per cui potrebbe diventare quasi impossibile per i cittadini utilizzare due elettrodomestici nella fascia preposta. A questo proposito, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha voluto precisare che la proposta sulla settimana corta a scuola non è dovuta all’emergenza climatica, perché “la scuola non deve essere la prima a pagare”.

Tra gli interventi c’è sicuramente la tassa sugli extra-profitti, la cosiddetta windfall tax, che avrà come principio il limite obbligatorio ai ricavi degli operatori che producono energia da rinnovabili, nucleari e lignite, ovvero quelle differenti dal gas, che potrebbe essere fissato intorno ai 200 euro. Le eccedenze dovranno essere “ridate” ai cittadini e alle imprese che sono più esposti ai prezzi elevati dell’energia elettrica. Ci sarà inoltre un contributo di solidarietà da parte delle società che lavorano i combustibili fossili.

Caro energia, Cingolani: “Pacchetto molto importante, ora avanti con il price cap”

Intervistato dal Tg1, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha spiegato come il pacchetto che da Strasburgo si apprestano a varare è molto importante, ma ha chiarito anche come, durante la ministeriale di venerdì 9 settembre, ci sia stata “una discussione addizionale molto lunga sulla richiesta che noi abbiamo avanzato, che è stata poi supportata da moltissimi Paesi, di introdurre un pezzo al tetto del gas”.

La proposta, licenziata dallo stesso membro del governo di Mario Draghi, al momento è supportata da una quindicina di Stati membri (più della metà in pratica), ma vede le rimostranze di Germania, Olanda e anche dei partner energetici dell’Unione europea. Sia il premier norvegese, Jonas Gahr Store, sia Algeria e Azerbaigian potrebbero, infatti, non essere del tutto d’accordo con il price cap.

Dei segnali di speranza, comunque, si intravedono, stando a quanto ha affermato dallo stesso Cingolani, perché si devono dare delle risposte a cittadini e imprese europee che devono combattere anche con l’inflazione, dovuta sì all’aumento dei prezzi del gas che sono, invece, il frutto di una “speculazione che ci sta mettendo in ginocchio”.

All’inizio non abbiamo avuto risposte omogenee dai vari Paesi anche perché ognuno ha degli energy mix diversi e perché non paghiamo lo stesso prezzo da Paese a Paese”, ha detto il ministro che però ha ribadito che servono manovre europee, “non unilaterali nazionali”. Per cui, appunto, il tetto al prezzo del gas che, si è augurato Cingolani, “speriamo che nelle prossime una/due settimane possano arrivare i risultati attesi”.

Quanto alla Borsa europea, il Ttf di Amsterdam, il ministro ha voluto precisare come “i prezzi dell’energia non riflettono la sua situazione fisica”, perché da una parte ci sono le tensioni geopolitiche causate dall’invasione dell’Ucraina, dall’altra c’è “un insensato aumento dei prezzi” derivante proprio dal mercato.

Sul fatto che si potrebbe disaccoppiare l’energia proveniente dal gas rispetto a quella proveniente da energie rinnovabili o nucleare, ha detto che è più di un’idea, ma si deve anche trovare una regola di sintesi per cui in Commissione si sta già lavorando.

Cingolani ha poi concluso parlando di come l’Italia potrebbe rendersi autonoma e indipendente dal gas russo riprendendo la produzione specialmente “nei siti che non hanno un forte impatto dal punto di vista del lavoro nuovo che c’è da fare”. Secondo lui, si possono produrre cinque/sei miliardi di metri cubi in più ogni anno per i prossimi anni, e a impatto ambientale nullo:  “Quello che produciamo in più, lo riduciamo dalle importazioni”.

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