Otranto, maxi operazione dei Carabinieri: in manette imprenditori e politici

Ad Otranto circa 60 imprenditori e politici sono attualmente indagati nell’ambito di una maxi operazione condotta da Carabinieri e Guarda di Finanza. 

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Carabinieri – Lettoquotidiano.it

60 sono le persone indagate ad Otranto in tutto, per presunta truffa nel settore turistico – alberghiero. Si tratta comunque di imprenditori e politici, accusati di reati di vario tipo, tra cui associazione a delinquere, corruzione, frode in processo penale. Nel frattempo inoltre sono state sequestrate diverse strutture – come stabilimenti balneari, aziende agrituristiche, unità immobiliari – “illecitamente autorizzati o realizzati in violazione delle norme in materia edilizia e paesaggistica”.

Otranto: indagati imprenditori e politici

Ad Otranto, sono finiti in manette diversi imprenditori e politici. Questi, infatti, sono indagati nell’ambito di una maxi operazione di Carabinieri e Guardia di Finanza, su richiesta del procuratore aggiunto Valeria Elsa Mignone.

L’inchiesta affonderebbe le radici già un po’ di tempo fa. Mentre i Carabinieri svolgevano le loro indagini su faccende legate alla corruzione, hanno trovato qualcosa di inaspettato.

In sostanza, hanno “incontrato” un’altra indagine in corso, ad opera della Gdf, chiamata ‘Re Artù’. Quali erano i fatti oggetto dell’indagine? Degli intrecci – allora solo presunti – tra politica e sanità.

Il tutto è andato avanti per un po’ fino ad arrivare agli arresti, firmati dal gip Cinzia Vergine.
Tra gli indagati comunque figura anche il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi. Il crimine per cui è indagato? Il falso ideologico. Per questo motivo comunque dall’8 luglio è stato sospeso dal suo incarico.
Arresti
Arresti – Lettoquotidiano.it
Ma di cosa sono incolpati gli imprenditori ed i politici?

Ecco i reati che avrebbero commesso

In sostanza sono indagate circa 60 persone in tutto, per presunta truffa nel settore turistico – alberghiero.

Ecco perché nel frattempo sono state poste sotto sequestro anche alcune strutture, tra cui stabilimenti balneari, aziende agrituristiche, unità immobiliari “illecitamente autorizzati o realizzati in violazione delle norme in materia edilizia e paesaggistica”.

I reati di cui sono stati accusati comunque sono diversi: a partire dall’associazione per delinquere per arrivare alla corruzione, passando per frode in processo penale.

In sostanza, l’inchiesta, come abbiamo anticipato, affonda le sue radici già nel 2017. Da allora comunque quello che è emerso è che alcuni degli indagati hanno agito per riuscire ad assicurarsi bacini di consenso elettorale, ma lo hanno fatto “attraverso una gestione personalistica di presidi di potere a livello sia locale sia a regionale”. 

Comunque tutto è partito con il sequestro della struttura che sarebbe poi dovuta diventare il Twiga di Briatore. Per quella vicenda comunque sono stati condannati in primo grado il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, il presidente di Federalberghi Lecce, Raffaele de Santis, e l’ex capo dell’ufficio tecnico del comune di Otranto, Emanuele Maggiulli.

Da lì è partita una maxi inchiesta che ha portato poi alla luce alcuni meccanismi finalizzati a modificare le concessioni ed ottenere finanziamenti pubblici sempre nel settore turistico.

In sostanza, quello a cui si è arrivati – stando almeno alle prime ipotesi avanzate dagli inquirenti – è un sistema associativo di natura corruttiva politico – imprenditoriale.

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