La controffensiva ucraina ha successo: “L’esercito è a 50 km dalla Russia”

La guerra tra Russia e Ucraina ha cambiato la sua forma e ora non vede più un dominio russo in piena regola e gli uomini di Volodymyr Zelensky a contenere l’invasione. No, perché ora la resistenza degli assaliti si è trasformata in una controffensiva che sta facendo male a Vladimir Putin e al Cremlino: diversi territori sono stati riconquistati. E non sono gli unici aspetti da valutare, quando la centrale di Zaporizhzhia continua a costituire un problema importante per tutta l’Europa.

Zelensky
Volodymyr Zelensky – lettoquotidiano.it

Il conflitto non cessa, anzi sta assumendo sembianze che lo porteranno a diventare sempre più lungo e difficile nelle prossime settimane. La controffensiva ucraina, infatti, sta andando avanti e a buon fine, mentre Zelensky allontana la pace con Putin per via delle bugie e dei depistaggi dei russi. Intanto, è tornato a parlare anche il leader ceceno Kadyrov e la situazione alla centrale di Zaporizhzhia continua a essere molto complicata.

L’Ucraina continua ad avanzare: ora l’esercito è a 50 km dalla Russia

La prospettiva è totalmente cambiata e non è una novità. Da giorni, infatti, l’Ucraina, grazie agli aiuti occidentali e con una Russia che è sempre più in difficoltà dal punto di vista militare e non solo, sta sempre più avanzando e recuperando territori importante nella guerra che dal 24 febbraio sta affliggendo l’Europa e il mondo intero.

Aggiornamenti importanti in tal senso arrivano da inizio settembre e nelle ultime 24 ore la situazione è ulteriormente migliorata per gli assaliti. Le ultime novità sono iniziate a circolare direttamente da Volodymyr Zelensky, in uno dei suoi discorsi serali al mondo e soprattutto a tutta l’Ucraina.

Il presidente del Paese avversario alla Russia ha iniziato la sua disamina, dicendo che, da quando è iniziato il mese in corso, e quindi in soli 11 giorni, l’esercito di Kiev è riuscito a riprendersi 2 mila chilometri quadrati di territorio. Città e regioni che erano state precedentemente conquistate dai russi. Zelensky, con parole pesanti nella chiave del conflitto, ha detto che “I russi hanno fatto la scelta giusta a fuggire dalla regione di Kharkiv“. Il numero uno degli ucraina si riferiva ovviamente al ritiro da Izyum e altri insediamenti dell’area. Mosca, ovviamente, come accade da inizio guerra, ha dato una chiave diversa e ha attribuito la fuga a una presunta “riorganizzazione” e sottolineando che il focus del Cremlino resta la conquista totale del Donbass.

Zelensky
Volodymyr Zelensky – lettoquotidiano.it

Zelensky non si è fermato assolutamente fermato qui nella sua disamina e nel suo racconto delle cose. Le sue truppe, infatti, come annunciato da lui stesso, hanno ripreso il controllo delle città di Vasylenkove e Artemivka. Siamo sempre a est, sempre nella regione di Kharkiv, su cui si erano concentrati gli sforzi dell’Ucraina nelle ultime settimane. Zelensky, come sempre più spesso gli capita, ha annunciato le novità attraverso Telegram, come riporta Ukrinform. Le parole del presidente sono particolarmente significative: “Passo dopo passo, i nostri combattenti stanno liberando il territorio ucraino. I soldati della centotredicesima brigata separata di difesa territoriale hanno liberato Vasylenkove e Artemivka nella regione di Kharkiv“. Zelensky ha anche sottolineato che la libertà non può arrivare con facilità e che le sue truppe stanno combattendo per l’indipendenza di ogni ucraino, anche pagando con la loro stessa vita.

Gli sguardi dell’Ucraina comunque non si limitano a questo, anzi. Guardando oltre, in maniera più ampia, Zelensky ha sottolineato come al momento attuale non siano possibili negoziati con la Russia per tentare di porre freno al conflitto con l’Ucraina. Questa volta l’annuncio di Zelensky è arrivato in occasione della 17esima riunione annuale di Yes (Strategia europea di Yalta), come ha riferito l’agenzia Uniain, che a sua volta ha citato l’Ufficio del capo di Stato.

Le parole del presidente ucraino sono nette e chiare: “Vogliamo porre fine alla guerra, ma lo spazio e le opportunità sono cambiati”. L’inaffidabilità dei russi, etichettati anche in questo caso con il termine “terroristi”, rappresenta uno dei problemi principali: “Non c’è alcuna rassicurazione sul fatto che faranno quello che dicono di fare. Ormai nessuno può credergli e credo proprio che non faranno ciò che dicono. Non possono essere loro a stringere la mano”. Zelensky va avanti con la sua disamina e la sua chiusura agli avversari: I russi non sono neanche pronti ad ammettere di aver invaso le nostre regioni e ciò vuol dire che non potrà esserci un dialogo sostanziale”. Insomma, anche solo per fermarsi ad un tavolo a trattare servono ammissioni e concessioni importanti: “Per poter aprire un corridoio diplomatico, bisogna mostrare volontà politica, essere pronti a restituire terra straniera”. Zelensky ci fa anche tremare per quello che sarà il nostro prossimo futuro: “L’inverno che sta arrivando sarà il più difficile del mondo intero e un punto di svolta nella liberazione dei territori ucraini occupati dalla Russia”.

Ora, però, cerchiamo di capire quello effettivamente sta succedendo in Ucraina e che potrebbe significare nell’ambito della guerra. Le truppe di Zelensky stanno continuando ad avanzare nella loro controffensiva nel Sud del Paese e consolidando diverse delle sue posizioni. Il Comando operativo meridionale dell’esercito di Kiev, come riferisce Ukrinform, ha fatto il punto in maniera approfondita con un bollettino che farà sicuramente male ai russi: “Sono in corso battaglie di posizione, in cui l’Ucraina sta avanzando con le loro truppe e sta consolidando i suoi territori. I russi, in questa fase, preferiscono combattere con l’artiglieria, cercando di evitare il contatto diretto. Gli uomini di Putin stanno subendo diverse perdite e si stanno ritirando. Dopo aver ribadito queste modalità, il Comando ha annunciato nei dettagli che ieri sono stati lanciati 20 attacchi aerei sulle posizioni ucraine lungo la linea di contatto e in zone vicine. I russi ovviamente non sono rimasti a guardare e hanno colpito aree vicine a Nova Kakhovka e Prydniprovske portando più uomini e quindi armi, così come i depositi di munizioni vicini alla città di Kherson.

Il punto della situazione, come sta succedendo ormai da settimane, l’ha fatto l’intelligence britannica e questa volta è servito a ribadire come la controffensiva britannica stia andando decisamente bene: “Nelle ultime 24 ore le truppe di Zelensky hanno continuato a fare progressi significativi nella regione di Kharkiv. La Russia ha ritirato le sue unità da questa zona”. Poi aggiungono: “I combattimenti stanno comunque proseguendo attorno alle città di Kupiansk e Izyum, che sono importanti dal punto di vista strategico”.

Ne suo consueto rapporto sulla guerra, l’intelligence parla anche delle esportazioni di grano. Anche in questo caso, i punti di vista, che poi sono dati oggettivi, di Russia e Ucraina sono completamente diversi. L’intelligence, infatti, ha smentito le parole arrivate quattro giorni fa da Vladimir Putin, il 7 settembre scorso, che fissava a 60.000 le tonnellate di grano esportate da agosto verso i paesi in sviluppo e che ne avevano più bisogno. Completamente diversi sono i dati che arrivano dall’Onu, o almeno è questo che ci dice Londra, dato che circa il 30% delle esportazioni di risorse alimentari, in cui l’Ucraina è storicamente fortissima, è andato a Paesi a reddito medio-basso in Africa, Medio Oriente e Asia. Insomma, anche in questo caso, la Russia sta mettendo tutta la polvere sotto il tappeto e l’obiettivo è sviare la colpa su questioni di insicurezza alimentare, screditare l’Ucraina e minimizzare l’opposizione all’invasione.

Guerra tra Russia e Ucraina, le parole di Kadyrov e le ultime risposte degli uomini di Putin

Nelle ultime ore, però, sono arrivate anche parole importanti dalla controparte, o almeno da parte di chi gli sta molto vicino. Sono dichiarazioni che arrivano leader ceceno Ramzan Kadyrov, sì proprio colui che negli scorsi giorni aveva annunciato il suo ritiro, e probabilmente l’aveva fatto per ottenere qualcosa in cambio da Putin. Beh, in quest’occasione il numero uno della Cecenia ha promesso di riconquistare tutte le città perse dalla Russia, e con un chiaro riferimento a Kharkiv. L’agenzia Ria Novosti ha fatto il punto della situazione a riguardo.

Intanto vi riportiamo di seguito tutti gli ultimi tweet dell’intelligence britannico, di cui vi abbiamo parlato anche sopra.

Ribadiamo, infatti, che da Mosca arrivano chiari segnali di depistaggio e minimizzazione della controffensiva degli ucraini. Ieri il ministero della Difesa russo, ad esempio, ha riferito che le sue truppe a Balakleya e Izyum sono state raggruppate e mandate verso Donetsk, dove ora si dovranno sempre più concentrare gli sforzi degli uomini di Putin. E non è finita qui, perché il capo filorusso dell’amministrazione statale regionale di Kharkiv, Vitaly Ganchev, ha anche affermato che si procederà sempre di più all’evacuazione di Izyum, Kupiansk e Balakleya, che sono già tornate sotto il controllo di Kiev.

Ma torniamo alle parole di Kadyrov, arrivate tramite un messaggio audio su Telegram: “Io, Ramzan Kadyrov, dichiaro ufficialmente che tutte queste citta saranno riprese, la nostra gente è già lì, preparata per far fronte a questo lavoro. Raggiungeremo Odessa nel prossimo futuro”. A renderci nota la situazione è sempre Ria Novosti. Kadyrov continua: “Non posso incolpare nessuno, perché non capisco a fondo quale strategia sia stata sviluppata. Ma so una cosa: alla fine, a trionfare sarà la Russia”.

E comunque nel Donbass e in particolare a Donetsk, l’offensiva di Putin sta continuando. Ieri le truppe russe hanno ucciso 10 civili proprio nella zona di Donetsk, secondo quanto ha riportato Ukinform, citando una dichiarazione del capo dell’Amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, arrivata via Telegram: “I dieci civili che sono stati uccisi nella regione del Donestk erano quattro a Pokrovsk, tre a Krasnohorivka, due a Bakhmut e uno a Raihorodok. Le persone ferite sono state diciannove”. Invece, per il momento non è possibile definire il numero esatto delle vittime a Mariupol e Volnovakha. In ogni caso, è arrivato un messaggio forte e chiaro: “Ogni crimine sarà punito”. Nell’ultima settimana 10060 persone hanno lasciato la regione del Donetsk nell’ambito dell’evacuazione obbligatoria. Una decisione a malincuore comunicata da Zelensky nelle scorse settimane e che la popolazione ha fatto fatica ad ammettere, ma che pian piano sta andando avanti.

Nelle ultimissime ore, poi, sono arrivate anche altre ammissioni importanti da parte dell’Ucraina. Questa volta, la voce è quella di Valeriy Zaluzhny, il comandante in capo delle forze armate ucraine, il cui messaggio è arrivato via Facebook: “Dall’inizio del mese di settembre, più di tremila chilometri quadrati sono stati restituiti al controllo ucraino. Intorno a Kharkiv, abbiamo iniziato ad avanzare non solo a sud ed est, ma anche a nord. Ora siamo arrivati a 50 chilometri dal confine”. Un annuncio sicuramente importante nell’ambito della guerra che è e che sarà, e vedremo dove arriverà la controffensiva nelle prossime settimane.

Intanto, non è possibile dimenticare quello che sta succedendo nella centrale di Zaporizhzhia, dove il rischio nucleare resta decisamente alto. L’impianto, infatti, è stato completamente disconnesso dalla rete elettrica e ha vissuto una fase di chiusura, dopo che sono stati costretti a spegnere anche l’ultimo e sesto reattore, secondo quanto riferito dai funzionari ucraini. Ad annunciarlo è stato l’autorità nucleare ucraina Enerhoatom: “È stato deciso di mettere il reattore numero sei nello stato più sicuro, quello che è lo stato freddo. Insomma, non terminano i rischi, anzi, per la centrale nucleare che è da mesi sotto il controllo dei russi. Non si ferma, nonostante la missione dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, il rimpallo di colpe tra Putin e l’Ucraina, che si accusano a vicenda dei rischiosissimi bombardamenti nella zona dell’impianto. Secondo  quanto riferito da Enerhoatom, inoltre, l’impianto aveva già funzionato in “modalità isola” negli ultimi tre giorni. Questo vuol dire che stava producendo elettricità solo per la propria fornitura, e invece tutte le linee che lo collegavano alla rete elettrica ucraina erano state interrotte a causa dei bombardamenti. Mentre ieri sera si è deciso di ripristinare la linea alla rete elettrica, oggi si è proceduto con la scelta di alimentare la centrale nucleare attraverso questa linea e di spegnere anche l’ultimo reattore ancora in funzione, e di farlo arrivare allo stato di freddo sicuro.

Nelle ultimissime ore, però, è arrivata una notizia che va in controtendenza rispetto alle precedenti. È arrivato, infatti, un tweet dell’Aiea che ha comunicato il ripristino della linea elettrica alla centrale: “Ora è stata ripristinata una linea elettrica di riserva alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, in modo da fornire all’impianto l’elettricità esterna necessaria per il raffreddamento del reattore e altre funzioni di sicurezza”. Il fermo completo è, quindi, già un ricordo, ma la situazione resta da tenere sotto strettissimo controllo, ora e nelle prossime settimane.

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