Sondaggi elettorali, Fratelli d’Italia si conferma primo partito. Il M5s supera la Lega

Anche in quello che potrebbe essere l’ultimo sondaggio prima dello stop alle rilevazioni imposto dalla legge sulla par condicio, Fratelli d’Italia si conferma primo schieramento. A rappresentare una novità è, invece, il MoVimento 5 stelle che è riuscito a superare la Lega.

Salvini Conte
Matteo Salvini e Giuseppe Conte – lettoquotidiano.it

Altrettanto a sorpresa, il presidente pentastellato Giuseppe Conte risulta essere il secondo leader – il primo è sempre Mario Draghi, presidente del Consiglio uscente e dimissionario – più amato, più di Giorgia Meloni che invece si candida a essere la prossima e prima capa dell’esecutivo donna della storia d’Italia. La differenza tra i due è minima, specie se paragonata alle percentuali di Luigi Di Maio, Carlo Calenda e Matteo Renzi. Dal sondaggio di Demos per Repubblica, si può anche notare quali siano le preoccupazioni degli italiani, anche in base ai partiti, e sì, a vincere purtroppo è la crisi economica, con l’urgenza di rafforzare i sostegni per le famiglie in difficoltà.

Sondaggi politici: Fratelli d’Italia primo partito, il MoVimento 5 stelle supera la Lega. Bene il terzo polo

Benvenuti all’ultima puntata dei sondaggi elettorali prima dello stop dovuto alla legge sulla par condicio. Oggi vi presenteremo la rilevazione effettuata da Demos & Pi per la Repubblica condotta dal 5 al 7 settembre su un campione, rappresentativo ovviamente, di 1001 aventi diritto al voto. Il margine di errore è del 3,3% ma, considerato che dà come primo partito, ancora, Fratelli d’Italia possiamo quasi ammettere che non si sono sbagliati poi tanto.

Anche questi dati, infatti, non fanno che confermare un trend che ormai va avanti da mesi: il partito di Giorgia Meloni, forse perché è l’unico che si è messo fin da subito all’opposizione del governo di Mario Draghi, o per una semplice voglia di cambiamento degli italiani, o perché è quello che riesce meglio a carpire le esigenze e le paure dell’elettorato, vincerà le elezioni del 25 settembre per il rinnovo del Parlamento.

Letta Meloni
Enrico Letta e Giorgia Meloni – lettoquotidiano.it

Dall’alto del suo 24,6%, oltre un punto percentuale in più anche rispetto ad agosto, non ha nessuno che possa riuscire a scalfirlo. Neanche il Partito democratico di Enrico Letta, che ha guadagnato lo 0,3% in un mese portandosi al 22,4% ma che non basta. Il gap, infatti, è di oltre due punti percentuali.

Chi è riuscito a recuperare, in un mese, la distanza è sicuramente il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte che ha definitivamente superato la Lega di Matteo Salvini nei sondaggi. Dal 13,4% di maggio, quindi prima della crisi dell’esecutivo, all’11,3% di agosto, i pentastellati sono dati ora al 13,8% contro il 12% del Carroccio che, in poco meno di quattro mesi, hanno perso il 3,6% dei consensi.

Una discesa che riguarda anche gli alleati di Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi, quinto nelle proiezioni, dopo aver recuperato un po’ di terreno ad agosto, a settembre è tornato ai livelli di febbraio, con il 7,7% dei possibili voti per le imminenti elezioni. A tallonarlo c’è il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, quindi di Azione e Italia Viva. Nella fotografia di Demos, sono dati al 6,8%, lontani quindi dal 10% che sperano di ottenere per le consultazioni, ma ben al di sopra della soglia di sbarramento del 3%.

Che supera, di pochissimo, l’alleanza tra Europa Verde e Sinistra Italiana di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni. Rispetto ad agosto, gli alleati di Letta perdono lo 0,2% e si fermano al 3,4% totale. Discorso diverso per +Europa di Emma Bonino al 2,2% (anche loro nella coalizione con il Pd) e Italexit per l’Italia di Gianluigi Paragone. Il partito antisistema dell’ex senatore dei Cinque stelle ha viaggiato ad agosto sul 2,7% salvo arrivare a settembre al 2%: con questi numeri difficilmente riuscirà a ottenere qualche seggio tra Camera e Senato, ma non si sa mai.

Per quanto concerne le coalizioni, secondo il 60% degli italiani a vincere sarà quella di centrodestra (ma ad agosto la percentuale era più alta di due punti). L’11%, invece, pensa che sarà il Pd con una coalizione di centrosinistra a ottenere la maggioranza, quindi riuscire a esprimere un governo – un mese fa erano dati vincenti dal 19%. Ancora: il 9% indica il MoVimento 5 stelle come vincente, il 2% solo il terzo polo, il 3% dice altro e il 15% non risponde.

Sondaggi politici, Draghi è il leader più amato. La crisi economica pesa sugli italiani (di qualsiasi partito)

Il sondaggio di Demos & Pi per Repubblica ha fotografato anche il gradimento dei leader per gli italiani, quelli intervistati chiaro. L’unico che ha aumentato le percentuali a settembre rispetto a maggio è l’attuale capo dell’esecutivo, Mario Draghi: dal 64%, l’ex presidente della Banca centrale europea è arrivato al 67%, distaccando di oltre venti punti il secondo in classifica, che non è Meloni.

Malgrado un esito già annunciato, infatti, la leader di Fdi, quasi pronta a essere incoronata come prima presidente del Consiglio donna della storia d’Italia, è superata da Conte per gradimento. A maggio, i due si trovavano entrambi al 46%, mentre ora uno è al 43% (e in effetti ha perso il 3%) e l’altra è a 41%, cedendo addirittura il 5%.

Nel Pd, invece, il più amato è il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni: dal 46% (anche lui) di maggio, l’ex premier è sceso al 39%, appena cinque punti più su del segretario del suo partito che però in quattro mesi ha perso solo il 3% totale ed è al 34%. Tra Letta e il compagno, c’è Bonino. La radicale veniva da un 40% che si è trasformato in un 35% che la consegna alla quinta posizione.

Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, sempre in quota dem, piace al 33% degli intervistati, quanto Salvini e il Cavaliere. Il membro del governo Draghi, ma anche dell’esecutivo giallorosso, è quello che, tra i tre, ha perso più appeal: arrivava, infatti, dal 41%, contro il 33% del Capitano e il 34% di Berlusconi.

Discesa negli inferi anche per Roberto Speranza. Il titolare del Ministero della Salute, a maggio in quinta posizione, è ora in decima con il 32% del gradimento degli italiani. Pure Luigi Di Maio perde rispetto a maggio: dal 36% arriva al 28% ora.

I due leader del terzo polo sono poco sotto: Calenda è 25%, mentre l’ex sindaco di Firenze ed ex presidente del Consiglio è al 21%. Chiudono Paragone con il 19%, Fratoianni con il 16% e Beppe Grillo, fondatore del MoVimento 5 stelle, che perde il 2% e si attesta al 10%.

Ma sono altri i dati che devono far riflettere le forze politiche, ovvero quali debbano essere i temi della campagna elettorale che poi si dovranno mettere in pratica una volta arrivati al governo. In maniera trasversale, quindi per gli elettori di tutti i partiti, la priorità per l’87% degli intervistati è rafforzare i sostegni economici per le famiglie in difficoltà. Le misure in questo senso sono percepite come più urgenti soprattutto dai leghisti, il 94%, mentre per il terzo polo sono al 79%.

Al secondo posto c’è l’introduzione del salario minimo con il 78% dei voti, una priorità soprattutto per gli elettori di Forza Italia (89%) ma quasi di scarso interesse per quelli che daranno il proprio consenso a Renzi e Calenda. Gli stessi che non ritengono importante neanche l’elezione diretta del Presidente della Repubblica (il 36%) contro un 63% totale, una media alzata dai meloniani (87%), i berlusconiani (88%) e i leghisti (82%). A sorpresa, il tema è considerato priorità per oltre la metà degli elettori dei Cinque stelle, che invece sono contrari all’abolizione del reddito di cittadinanza (e ci mancherebbe).

Sul 58% del totale che non vorrebbe più la misura introdotta dal primo governo Conte, a fare la voce più grossa sono sicuramente quelli che voteranno Fratelli d’Italia (79%). Per l’84% di loro, tra l’altro, è fondamentale anche il rafforzamento della politica dei respingimenti rispetto alle navi di immigrati e profughi diretti verso le coste italiane, tema poco caro sia agli elettori del Pd (33%), sia a quelli del terzo polo (40%), sia a quelli pentastellati (43%), mentre in generale il 54% degli italiani pende per quella via.

Sul green pass come misura per prevenire l’aumento dei contagi, sul 51% totale, pesa soprattutto il 69% degli elettori di Azione e Italia Viva e il 66% dei dem. Per quanto riguarda l’invio di aiuti all’Ucraina (47% in tutto), i meno d’accordo sono quelli del movimento di Conte (43%), ma subito dopo ci sono quelli della Lega e chi voterà per Meloni per contro del 70 e 60% rispettivamente di terzo polo e Partito democratico.

Relativamente di scarso interesse anche l’introduzione della flat tax, ovvero un’unica aliquota fiscale per famiglie e imprese, che va bene per il 44% degli intervistati, ma che porta in dote l’83% dei consensi dei “fan” di Salvini, che è effettivamente il politico ad averla proposta. Per ultimo, l’aumento delle spese militari: solo un italiano su tre lo vorrebbe e, anche nello spettro dei partiti, le percentuali rimangono al di sotto del 50%: il numero più alto è quello registrato dagli elettori della leader di FdI, 43%, e quello più basso quello dei pentastellati, 28%.

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