L’allarme di Save the Children: l’abbandono scolastico aumenta del 12,7%

In queste ore c’è stato l’allarme della famosa organizzazione non governativa Save the Children, per cui l’abbandono della scuola è in aumento.

Aula
Aula – LettoQuotidiano.it

La percentuale che i dati evidenziano è preoccupante, infatti si tratta del 12,7% di bambini che non frequentano correttamente la scuola.

L’allarme di Save the Children

Dall’anno della sua fondazione nel 1919, Save the Children si occupa della tutela dei minori e oggi è una delle più grandi Organizzazioni internazionali dipendenti, con sedi in 125 paesi, una rete di 28 organizzazioni nazionali e una struttura internazionale.

L’Ong conduce diverse ricerche per monitorare varie situazioni che interessano i minori e in quella resa pubblica in queste ore, è stato evidenziato come l’aumento della povertà ha portato alla crisi del settore educativo.

I bambini infatti abbandonano la scuola e questo significa non avere una formazione adeguata. Save the Children ha lanciato un rapporto in cui è evidente la correlazione fra la povertà e la rinuncia ai percorsi educativi.

Un diplomato su 10 infatti, non la le competenze minime che servono per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università.

La situazione in Italia

La ricerca ha diffuso un dato allarmante, infatti è di quasi il 13% la percentuale che indica l’abbandono della scuola e nel nostro Paese, l’aumento della povertà fra i minori interessa più di un milione di persone.

Questo mette a rischio i percorsi educativi, oltre ovviamente ad altri aspetti della vita di questi bambini.

La dispersione scolastica è alta ma anche coloro che sono senza scuola, formazione o lavoro, quest’ultimo dato riguarda persone fra il 15 e i 29 anni e la percentuale è di circa il 23%.

Numeri di gran lunga più alti rispetto a quelli degli altri Paesi d’Europa, con deficit strutturali del sistema scolastico, non solo a livello nazionale ma anche locale.

Questi vengono calcolati in termini di spazi, tempi educativi e servizi come mensa, palestre e agibilità negli istituti, criteri che mettono in luce la relazione fra disuguaglianze di offerta sui territori ed esiti scolastici.

Con il termine disuguaglianze territoriali, si indicano i dati raccolti di regione in regione, da questi è emerso che la situazione è particolarmente grave soprattutto nel suo della penisola, dove moltissimi giovani non hanno il minimo delle competenze in due materie in particolare: l’italiano e la matematica.

Anche i NEED, ossia le persone inattive sotto il punto di vista formativo e lavorativo, sono in aumento, in Italia ad oggi la percentuale è del 23%.

Nel rapporto vengono poi presi in considerazione alcuni indicatori inerenti la scuola, ad esempio la presenza di mensa e tempo pieno, in particolare, gli istituti che garantiscono questi elementi ma anche la palestra e l’agibilità della struttura, hanno un indice di dispersione minore.

Le richieste di Save the Children al governo

Alla luce di quanto emerso da questa ricerca, l’organizzazione ribadisce l’importanza di un’educazione qualitativa che sia accessibile a tutti i minori.

Raffaela Milano
Raffaela Milano – LettoQuotidiano.it

Gli effetti della dispersione scolastica, sono tangibili sui bambini e sugli adolescenti, specialmente nelle zone più degradate, dove i minori affrontano con le famiglie le maggiori difficoltà in termini economici.

“è proprio qui che c’è più bisogno della scuola quindi chiediamo al governo che si insedierà, un investimento in questo senso, per assicurare asili indo, servizi per la prima infanzia, scuole primarie dotate di tutti i servizi, ambienti scolastici sicuri”

queste le parole di Raffaela Milano, direttrice di Save the Children per quanto riguarda i programmi italiani ed europei.

In conclusione, ha ribadito anche che è importante aumentare le risorse per l’istruzione, portandole al pari della media europea, cioè il 5% del PIL.

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