Il boss della n’drangheta a Franco Terizzi: ‘Se sei in piedi è grazie a me’

Dopo l’arresto di Franco Terlizzi, avvenuto ieri, spuntano le prime intercettazioni fra lui e il boss Davide Flachi.

Franco Terlizzi
Franco Terlizzi – LettoQuotidiano.it

L’ex pugile era uno dei prestanome del figlio del famoso boss Pepè e insieme gestivano una carrozzeria a Milano.

L’arresto di Franco Terlizzi

Nella notte di lunedì, la Guardia di Finanza ha condotto nel milanese una maxi operazione contro la ‘ndrangheta, la più imponente dopo il blitz a Cosenza.

Questa, ha portato alla luce diverse attività illecite fra cui ovviamente spaccio di droga e detenzione illegale di armi.

Le persone indagate e arrestate sono 13, dopo che l’attività investigativa ha scoperto il coinvolgimento con la ‘ndrangheta, in particolare con il boss Davide Flachi, figlio di Pepè, conosciuto e rispettato in questo ambiente.

Collegati a lui c’erano diversi nomi, che fungevano per lo più da prestanome per diverse attività come un centro sportivo e una carrozzeria, che fra l’altro era dedita a trattare automobili coinvolte in incidenti studiati per truffare le compagnie assicurativa.

Quest’ultima attività, era gestita da Flachi con l’aiuto del prestanome Franco Terlizzi, ex pugile ed ex concorrente dell’Isola dei Famosi, che oggi svolgeva l’attività di personal trainer di molti vip.

Terlizzi è stato arrestato perché figurava tra i proprietari della carrozzeria, ma ovviamente questa, come altri esercizi, era una copertura per attività illecite molto gravi.

Le accuse mosse contro di lui e le altre persone indagate sono: traffico di cocaina e hashish, detenzione e porto illegale di armi, in particolare Kalashnikov provenienti dall’estero, ma anche estorsioni ai danni di persone morose.

Terlizzi è stato arrestato per associazione a delinquere finalizzata a truffe assicurative, che ovviamente venivano costruite su finti incidenti, ma anche di trasferimento fraudolento di valori.

Le intercettazioni

Dall’attività investigativa delle Fiamme Gialle di Milano, sono emersi i dialoghi fra l’ex pugile e Flachi, dove quest’ultimo afferma che se Terlizzi è in piedi è grazie a lui, poiché la ‘baracca’ si regge in piedi grazie alla sua presenza.

Guardia di Finanza
Guardia di Finanza – LettoQuotidiano.it

La carrozzeria che insieme gestivano in via Cimabue, a Cormano, era intestata all’ex naufrago, il quale veniva accusato di non fare nulla e incassare i soldi.

Terlizzi infatti era a tutti gli effetti il prestanome del boss e nelle intercettazioni telefoniche riportate negli atti della Procura, si evince anche la risposta di Franco, il quale afferma che Flachi dovrebbe ringraziarlo perché lui si sta esponendo molto mettendo il suo nome, quindi non vuole essere oggetto di nessuna accusa.

I toni, già accesi, si scaldano ulteriormente quando il boss ribadisce che la sua presenza è fondamentale altrimenti crollerebbe tutta la baracca.

Questa, ossia la carrozzeria, era davvero ben avviata e l’attività principale era quella di riparare i danni causate alle auto che venivano coinvolte in incidenti al fine di truffare le compagnie assicurative.

Ancora in fase di accertamento da parte dei finanzieri di Milano e Pavia, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, i guadagni di tali truffe.

Resta anche da stabilire se la carrozzeria serviva solo a questo scopo o anche come attività per riciclare denaro sporco.

In un’altra intercettazione si sentono due dipendenti della carrozzeria affermare che Terlizzi sia la testa di legno, che si trova a capo dell’azienda solo per la comodità di Flachi e che essendo il responsabile di tutto, passerà lui i guai qualsiasi cosa succeda.

Il rapporto fra il boss e Terlizzi era ben consolidato, tanto che l’ex pugile aveva rifiutato la proposta di essere di nuovo un concorrente dell’Isola, poiché non poteva assentarsi dalla carrozzeria, i cui ‘affari’ stavano andando bene.

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