Continuiamo a parlare di furbetti del reddito di cittadinanza, stavolta nel mirino c’è una 40enne nomade di Padova.
Nel corso di 3 anni, la donna è stata trovata in possesso di 74 automobili intestate, per questo ora è sotto inchiesta.
I furbetti del reddito di cittadinanza
Come tristemente accade, quella che dovrebbe essere una misura di sostegno ai soggetti in difficoltà, ossia il reddito di cittadinanza, viene utilizzata per fare i furbi ai danni di chi davvero ha bisogno di quei soldi.
È quello che è successo in queste ore nel padovano ma in realtà episodi del genere sono all’ordine del giorno in tutto il territorio italiano.
Ma chi sono i cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza? Si tratta di individui che non hanno bisogno di questo provvedimento, ma possono benissimo vivere e mantenersi senza di esso, dal momento che hanno un lavoro o peggio ancora, provengono da famiglie che economicamente vivono una situazione agiata.
Come abbiamo visto anche in passato, ci sono stati dei casi in cui le persone coinvolte in questa truffa ai danni dello Stato e dei cittadini onesti, sono dei nomadi, quindi dei rom.
È di poco fa proprio la notizia che una donna nomade di 40 anni, è risultata avere intestate 74 automobili, di cui la maggior parte risultano coinvolte in incidenti stradali.
Queste intestazioni sono avvenute nel corso di 3 anni e nonostante potesse permettersi questo, era percettrice del reddito di cittadinanza senza quindi averne il diritto.
Da anni infatti risultava anche titolare di un’attività che si occupa di commercio di auto usate.
Nel controllo delle forze dell’ordine per quanto riguarda la situazione economica e patrimoniale della donna, sono emersi dettagli assolutamente non idonei alla percezione del sussidio statale, come appunto l’intestazione di molte auto, in particolare di lusso come Maserati, Mercedes e Audi.
I controlli
Grazie alle indagini della Guardia di Finanza, è stata portata alla luce questa attività illecita che andava avanti da anni. Le fiamme gialle hanno eseguito un controllo e hanno denunciato la 40enne.
Questo, è sospettato anche di aver portato avanti un giro sporco legato al mondo delle automobili, infatti il sostituto procuratore Sergio Dini, ha aperto un’indagine per frode assicurativa e intestazione fittizia nei confronti di una donna.
Questa non aveva nemmeno conseguito la patente, tuttavia risultava in possesso di molte auto, di cui 58 sono risultate coinvolte in incidenti stradali e quindi i finanzieri hanno ipotizzato che fungesse da prestanome per altre persone.
Queste ultime, probabilmente utilizzano tali veicoli per scopi illeciti.
L’indagine è iniziata alcune settimane fa, quando la Guardia di Finanza di Padova ha effettuato un controllo sulle liste di coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza nella città.
In questo elenco c’era anche la donna, che risiede nel campo nomadi di Vigonza.
È emerso che da anni è titolare di un’attività che commercia veicoli usati, la quale ha la sua sede legale a Saonara.
Quindi, le fiamme gialle l’hanno denunciata per aver dichiarato il falso rispetto alla sua condizione economica e quindi percepito un sussidio statale in maniera illecita.
I sospetti che hanno condotto i finanzieri a procedere contro l’indagata, sono stati alimentati dal fatto che non ha mai conseguito la patente e parte delle vetture intestate sono state radiate dal Pubblio registro automobilistico.
Dagli accertamenti in merito alla questione, sono state formulate diverse accuse, come tentativi di truffa alle assicurazioni e intestazione fittizia di vetture, nonché ovviamente truffa ai danni dello Stato e, non dimentichiamolo, agli onesti cittadini che invece hanno diritto e utilizzano correttamente il reddito di cittadinanza.
La 40enne, con precedenti penali per truffa, dovrà rispondere ora alle domande della Guardia di Finanza, che vuole capire se le sue auto siano riconducibili a rapine e truffe varie.
Sono anche in corso delle verifiche per quanto riguarda gli incidenti stradali di 58 di queste auto, per capire le modalità dei sinistri e gli eventuali altri mezzi coinvolti.
Già in passato infatti, altre inchieste analoghe a questa, hanno portato alla luce sinistri finti per truffare le compagnie assicurative.