Le Olimpiadi di Monaco 1972 sono tristemente ricordate per l’uccisione di 11 israeliani per mano dei terroristi del gruppo palestinese Settembre Nero. Ecco la ricostruzione dei fatti e cosa accadde dopo.
Quello che accadde a Monaco nel 1972 difficilmente verrà dimenticato. 8 uomini appartenenti a Settembre rosso entrarono in azione all’alba del 5 settembre 1972, mentre la delegazione israeliana stava dormendo. Uccisero a colpi di pistola l’allenatore di wrestling Moshe Weinberg, il sollevatore di pesi Josef Romano e presero in ostaggio altri 9 uomini, tutti atleti e coach. Anche questi, però, successivamente persero la vita.
Monaco 1972: la ricostruzione dei fatti
Monaco 1972: è il nome di un film, ma è anche la data che moltissime persone ricorderanno. E non per le Olimpiadi (almeno, non solo per quelle).
Sarebbe dovuto essere quello il teatro della competizione più attesa da tutti gli sportivi del mondo. E doveva essere quello anche il segnale tangibile della ripresa tedesca 27 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. E invece fu tutt’altro che questo.
11 membri della delegazione israeliana furono uccisi dai terroristi del gruppo palestinese Settembre Nero.
In sostanza, 8 uomini entrarono in azione all’alba del 5 settembre 1972, mentre la delegazione stava dormendo. Uccisero a colpi di pistola l’allenatore di wrestling Moshe Weinberg, il sollevatore di pesi Josef Romano e presero in ostaggio altri 9 uomini, tutti atleti e coach.
Come riuscirono ad entrare? Il problema fu questo: dopo le Olimpiadi di Berlino del 1936, la polizia tedesca iniziò ad essere sempre in borghese e non poteva avere armi con sé. Questo permise agli uomini di entrare indisturbati.
Cosa accadde dopo
Cosa accadde dopo il sequestro? Il commando chiese la liberazione di più di 200 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. E non solo, perché chiesero anche un aereo per potersi recare in Medio Oriente.
A queste richieste, la premier israeliana Golda Meir, replicò semplicemente dicendo che avessero accettato, nessun israeliano sarebbe stato più al sicuro in qualunque posto del mondo.
A tentare di salvare il salvabile fu la polizia tedesca, ma i loro tentativi furono tutti piuttosto “maldestri”.
Il primo non andò a buon fine per un loro errore di valutazione non di poco conto: pensavano di poter irrompere nell’appartamento in cui si trovavano i terroristi, peccato che le loro operazioni andarono in onda in diretta tv e che anche loro li videro.
Il secondo, andò comunque male per un altro loro errore. Alle 22 dello stesso giorno, finalmente riuscirono a trovare un accordo per poter trasferire il commando con gli ostaggi a Fuerstenfeldbruck, con destinazione il Cairo.
Il problema subentrò allora: le forze dell’ordine tedesche tentarono di travestirsi da equipaggio, ma furono subito scoperte.
A quel punto, la polizia innescò il fuoco, partì una sparatoria ed i terroristi lanciarono una granata sul primo elicottero e spararono al secondo, su cui erano presenti tutti gli ostaggi.
Questo causò la morte dei 9 israeliani, più un poliziotto tedesco e cinque attentatori.
I tre restanti appartenenti al gruppo di Settembre nero furono catturati, ma poche settimane dopo furono scarcerati. Perché? Un volo Lufthansa a Zagabria fu dirottato e quindi solo la loro scarcerazione rese possibile la liberazione dei passeggeri e dell’equipaggio dell’aereo.
Cosa ne fu delle Olimpiadi di Monaco del 1972? Il 6 settembre, il giorno successivo agli eventi, ci fu un memoriale allo stadio per ricordare le vittime, ma il presidente del Comitato olimpico internazionale, Avery Brundage, non volle fermare la competizione.
Questo spaccò in due l’opinione pubblica, ma il problema principale era un altro. Da quel momento i rapporti tra Germania e Israele divennero a dir poco turbolenti, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del capo della polizia locale, Manfred Schreiber, che sosteneva che la “colpa” era di Israele, che aveva rigettato le richieste dei terroristi.
In ogni caso, si aprì poi si aprì pochissimo tempo dopo un contenzioso tra le famiglie delle vittime e Berlino. L’oggetto erano le scuse ufficiali e i risarcimenti.
Berlino, infatti, si dichiarò non responsabile di nulla e si offrì di pagare un milione di marchi solo come “gesto umanitario”.
La somma però iniziò a crescere sempre di più, fino a raggiungere 4,6 milioni di euro. Ma per le famiglie era ancora troppo poco e così solo il 31 agosto 2022 le parti hanno raggiunto un accordo: la somma corrisposta ammonta a 28 milioni di euro.
E non solo, perché anni dopo la tragedia, Berlino ha anche riconosciuto la sua responsabilità.