Caso Pogba, il centrocampista della Juventus ha ammesso di aver pagato uno stregone

Non c’è pace per Paul Pogba. Il centrocampista della Juventus, che ora si dovrà operare al ginocchio destro, è vittima di una banda di malviventi, di cui farebbe parte anche il fratello maggiore Mathias che, negli ultimi giorni, ha rivelato che il Polpo avrebbe pagato uno stregone per fare il malocchio al suo compagno di nazionale Kylian Mbappé.

Pogba
Paul Pogba – lettoquotidiano.it

Secondo quanto riportato da “France Info”, però, il centrocampista francese avrebbe sì confessato di essere stato da un marabutto, a cui ha anche consegnato dei soldi, ma non per colpire il talento del Paris Saint-Germain ma per sostenere un’associazione che aiuta bambini dell’Africa. Lo stesso Mbappé, alla vigilia della partita di Champions League contro la Juventus ha detto di credere a quanto dice il suo compagno di squadra, che lo ha chiamato per raccontare la sua versione dei fatti. Nelle ultime ore, tra l’altro, sono venuti a galla nuovi dettagli del ricatto a opera di Pogba: a finire sotto minaccia, infatti, sarebbe stata anche la madre del campione del mondo del 2018.

Caso Pogba: il centrocampista della Juventus ha pagato uno stregone, ma non per colpire Mbappé

Piove sul bagnato a casa di Paul Pogba. Il centrocampista della Juventus, tornato a Torino quest’estate a parametro zero dopo l’esperienza di alti e bassi al Manchester United, ancora non ha avuto la chance di debuttare nel nostro massimo campionato a causa di un problema al menisco laterale del ginocchio destro.

È notizia di poche ora fa, tra l’altro, che la terapia conservativa non ha dato i risultati sperati, motivo per cui dovrà operarsi e tornerà a disposizione tra 40-60 giorni, giusto in tempo per i Mondiali in Qatar con la sua Francia, con cui si è già laureato campione del mondo nel 2018.

Assieme a lui, ad alzare la coppa del mondo, c’era anche Kylian Mbappé, giovane talento nascente in quel momento, ma ora campione affermato (e super pagato) del Paris Saint-Germain. Ecco, proprio a causa sua, secondo quanto ha rivelato il fratello Mathias qualche giorno fa, il Polpo avrebbe pagato un marabutto, una sorta di stregone musulmano, così che gli lanciasse una maledizione.

Il caso, venuto a galla dopo le parole di uno dei gemelli Pogba, si interseca con una vicenda molto più intricata, e quindi complicata, di così. Il centrocampista francese, infatti, è vittima di una banda di malviventi, amici suoi da quando era piccolo e di cui fa parte anche Mathias, da marzo. Ricatti, minacce, richiesta di soldi sono gli ingredienti di una situazione che il campione del mondo non sta vivendo al meglio, e ci mancherebbe.

Pogba
Pogba il giorno del suo ritorno a Torino – lettoquotidiano.it

Ad agosto, poi, dopo l’ennesimo blitz per spaventare il bianconero, stavolta a Torino, si è deciso a sporgere denuncia. E agli inquirenti, secondo riportato da “France Info”, avrebbe anche spiegato il motivo per cui ha pagato uno stregone, e no, non c’entra niente con l’asso dei Bleus.

Durante la deposizione, Pogba ha ammesso di aver versato del denaro a un marabutto ma con l’obiettivo di aiutare e sostenere un’associazione che si occupa di bambini africani, cose che riuscirebbe anche a provare.

A questa versione dei fatti crede anche il diretto interessato. In conferenza stampa prima della sfida tra Psg e Juventus di Champions League, Mbappé ha spiegato che preferisce “aver fiducia nella parola di un compagno di squadra“. Lo juventino lo ha “chiamato” al telefono e gli ha dato “la sua versione dei fatti“, ha precisato ancora l’attaccante dei parigini.

Caso Pogba, anche la mamma del Polpo è finita sotto minaccia della banda di malviventi

Non è finita qua, però, perché sempre stando a quanto riportato dalla radio all news francese, a finire sotto minaccia non è stato solo il calciatore della Juventus, ma anche la madre. A luglio, la banda di malviventi che tiene sotto ricatto Pogba chiedendogli 13 milioni di euro, un milione per ogni anno in cui ha giocato da professionista, sarebbe entrata a casa di Yeo Moriba affermando di aver protetto il figlio “da chi gli voleva male.

Ulteriori dettagli raccontano di un Polpo che, al suo arrivo a Torino e dopo aver cambiato il numero di telefono due volte, è stato, come già raccontato, vittima di un blitz all’ingresso della Continassa da parte di “due persone, e una terza rimasta in macchina” che avrebbe chiesto di allontanare dalla vigilanza, ma avrebbe anche ricevuto un messaggio minaccioso in cui gli si intimava di “pensare a noi”.

Sull’accaduto, sta indagando anche la magistratura che avrebbe anche ascoltato il responsabile della sicurezza della Nazionale francese che ha il compito di proteggere anche la madre del centrocampista bianconero.

Impostazioni privacy