La centrale di Zaporizhzhia è stata disconnessa dalla rete. E Kadyrov annuncia il ritiro

La guerra tra Russia e Ucraina sta vivendo una stagione in cui la strategia militare e la diplomazia vanno di pari passo e possono giocare un ruolo decisivo. Oggi è stata un’altra giornata testa per quanto riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Intanto, Ramzan Kadyrov, numero uno della Cecenia, ha deciso di ritirarsi dal suo incarico e non è una notizia banale.

Kadyrov
Ramzan Kadyrov – lettoquotidiano.it

Dalla guerra tra Russia e Ucraina non arrivano buone notizie e purtroppo non è una novità. La centrale nucleare di Zaporizhzhia continua a preoccupare l’intera Europa, nonostante la missione dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. E poi c’è il caso di Ramzan Kadyrov, leader della Cecenia, che dopo tanti anni ha deciso di ritirarsi dal suo incarico. O almeno questo è quello che ha detto ufficialmente. E non è affatto una notizia attesa o da sottovalutare, visto che si tratta di uno degli uomini più vicini a Vladimir Putin.

Dalla centrale di Zaporizhzhia all’annuncio di Kadyrov: cosa è successo oggi

Un incubo senza risveglio: questa è sempre più una definizione che calza a pennello per una guerra scellerata e per cui tutti noi stiamo pagando forti conseguenze, giorno dopo giorno. Attualmente, almeno a livello militare, siamo in una fase di stallo e che sulla carta sfavorisce Putin.

Ma la propaganda russa, i depistaggi e le bugie costituiscono un fattore sempre presente nel conflitto ed è comunque un fattore molto importante. Basti pensare a quanto sta succedendo da settimane nella regione di Zaporizhzhia e, in particolare, per quanto riguarda l’impianto della centrale più grande d’Europa.

Centrale Zaporizhzhia
La centrale nucleare di Zaporizhzhia – lettoquotidiano.it

Ora ci arriviamo, ma la notizia del giorno è un’altra e riguarda Ramzan Kadyrov. Se non sapeste di chi stiamo parlando, si tratta del leader della regione russa della Cecenia. È stato proprio lui che, attraverso i social e in particolare sul suo profilo Telegram, ha annunciato di voler lasciare il suo incarico, prendendosi una lunga pausa, addirittura indefinita. Kadyrov da anni governa la Cecenia e con il pugno di ferro, quindi non è affatto notizia da non tenere in considerazione anche nell’ambito della guerra. Stiamo parlando, infatti, del leader più longevo di una regione russa, in carica addirittura dal 2007. Le sue dichiarazioni fanno riflettere: “Mi reso conto di essere seduto nella mia posizione da molto tempo e adesso ritengo che sia giunto per me il momento di lasciare la mia carica”.

Kadyrov è considerato da anni uno degli uomini che ha rapporti più stretti con Putin e, quindi, la notizia è stata accolta con sorpresa e incertezza dai media russi. Bisogna ricordare, inoltre, che la Cecenia, sotto il governo di Kadyrov, è stata accusata di pesanti violazioni dei diritti umani e, in particolare, di soprusi nei confronti degli omosessuali.

Non è la prima volta che Kadyrov fa una dichiarazione di questo tipo, dato che già in altre occasioni aveva evocato un possibile passo indietro come numero uno del suo governo. Poi, però, si era sempre pentito ed era rimasto al suo posto. Diversi analisti si sono interrogati su cosa potrebbe succedere, a questo punto. Ivan Klyszcz, citato da Radio Free Europe, grande esperto delle questioni del Caucaso, ha detto: “Sono scettico su quanto annunciato da Kadyrov. In passato ha detto le stesse cose. Solitamente, parla in questa maniera quando vuole ottenere qualcosa da Putin, anche solo un sostegno pubblico circa il suo operato”.

Altri analisti, invece, non la pensano per niente così. Le tempistiche del suo annuncio sarebbero diverse dal solito e arrivano nel cuore di una guerra cruciale per gli equilibri mondiali. A pensarla così è, ad esempio, Anton Barbashin, direttore editoriale di un sito di analisi che si chiama Riddle Russia. Su Twitter è stato chiaro: “Se quello che Kadyrov ha appena detto è vero e si ritirerà di sua spontanea volontà, sarebbe un evento senza precedenti. E nessuno se lo sarebbe aspettato”.

Poi è arrivata anche l’analisi di Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno di Kiev che, invece, dà una chiave molto più legata alla guerra: “L’annuncio di Kadyrov potrebbe essere legato al fatto che Kadyrov aveva promesso a Putin di addestrare decine di migliaia di combattenti per l’Ucraina. E sta fallendo in quello che doveva essere il suo obiettivo di partenza”.

Insomma, quale siano le motivazioni ancora non è chiaro, né quali saranno le conseguenze e il seguito delle parole di Kadyrov, ma la portata internazionale della notizia non può essere presa sotto gamba.

Gli ultimi sviluppi su quanto sta succedendo alla centrale di Zaporizhzhia

La centrale di Zaporizhzhia continua, invece, a rappresentare un problema non di poco conto, nell’ambito della guerra e soprattutto per quanto riguarda un rischio nucleare enorme per gran parte dell’Europa. Oggi è arrivato innanzitutto un nuovo annuncio importante, direttamente dal ministero della Difesa, citato dalle agenzie russe. Secondo quanto sostengono, Mosca ha sventato nella serata di ieri un nuovo tentativo di assalto da parte delle forze ucraine presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Quindi, non si fermano le accuse dei russi agli ucraini a riguardo.

Vengono riferiti anche i dettagli e sono parole inequivocabili: “Alle ore 23, secondo il fuso di Mosca, due gruppi di imbarcazioni con una forza di sbarco di 250 unità delle forze speciali e dei mercenari stranieri hanno provato a infiltrarsi sulla costa e precisamente nei pressi di Energodar e Dneproprudny“. Il tutto è possibile leggerlo attraverso un comunicato, in cui sono spiegati anche i dettagli: “L’attacco sarebbe avvenuto a opera di quattro caccia Su-30s e due elicotteri Ka-52 VKS che hanno distrutto 20 imbarcazioni su 42”. E si legge anche che le vittime sarebbero circa cinquanta.

Ma era solo il preludio a quella che era la vera notizia di oggi. Le autorità filorusse, infatti, hanno riportato che la fornitura di elettricità all’Ucraina proveniente dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata sospesa. Una notizia cruciale e che si sarebbe concretizzata a causa di complicanze tecniche. In particolare, a dare l’informazione sono state le autorità filorusse di Enerhodar e si tratta proprio della città dove si trova le centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ricordiamo per l’ennesima volta che l’impianto è ancora sotto il controllo dei russi e che, negli ultimi giorni, si è verificata la missione Aiea all’impianto, ora diventata permanente, dato che due funzionari resteranno lì per controllare e riferire man mano quanto sta accadendo.

E non è finita qui, perché le autorità filorusse di Energodar ha annunciato che la fornitura di energia dalla centrale è stata sospesa a causa dei bombardamenti effettuati dagli ucraini. L’impianto è il più grande d’Europa ed è molto importante per rifornire i territori controllati da Kiev. L’agenzia Sputnik li ha citati e ha fatto il punto della situazione: “Gli specialisti stanno lavorando sulle linee di trasmissione dell’energia danneggiate già in precedenza dai bombardamenti ucraini”. Hanno poi precisato ulteriormente cosa è successo, sottolineando che le linee 330 e 750 sono quelle danneggiate. Per fortuna, il livello di radioattività è rimasto nel range normale.

E poi le cose non sono andate meglio, anzi. Infatti, la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, secondo quanto hanno riferito i funzionari dell’Aiea, è stata di nuovo disconnessa dalla rete elettrica. Dopo gli annunci delle autorità filorusse di Enerhodar, che avevano dato la colpa a delle complicanze tecniche e, quindi, alla successiva interruzione dell’energia elettrica a partire dalla centrale, l’impianto ha perso di nuovo la connessione alla rete elettrica. “La centrale di Zaporizhzhia ha perso di nuovo la connessione alla rete elettrica”, ha annunciato l’Aiea. La precedente disconnessione era avvenuta il 25 agosto scorso e nella giornata di oggi si è ripetuta, secondo quanto annunciato, per “nuovi bombardamenti nell’area”. Le informazioni sono state fornite dalle autorità ucraine all’organismo delle Nazioni Unite. L’impianto, però, ha potuto continuare a funzionare “grazie a una linea di assistenza”, secondo quanto riportato ancora una volta dall’Aiea.

In tutta questa situazione, non può essere affatto sottovalutato il ruolo del resto dell’Europa e di diverse nazioni importanti per gli equilibri e i collegamenti del vecchio continente. La Turchia, infatti, potrebbe svolgere un ruolo di mediazione cruciale per quanto riguarda la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, occupata dalle truppe russe. A proporsi è stato ancora una volta il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in un messaggio riferito a Putin. Ecco le parole che arrivano dalla presidenza turca: “Il presidente Erdogan ha affermato che la Turchia può svolgere un ruolo di facilitazione per quanto riguarda la situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, proprio come successo per l’accordo sul grano“. Infatti, è fondamentale ricordare che la Turchia e le Nazioni Unite sono state essenziali per l’accordo riguardante l’esportazione del grano, arrivato in data 22 luglio. E proprio da lì, Erdogan e Guterres si sono proposti per un’eventuale road map per la pace, che avrebbe portato Putin e Zelensky a incontrarsi.

L’Ucraina, intanto, continua a intrattenere rapporti molto stretti con i suoi alleati. Infatti, il paese assalito continua a dare sostengo alla Germania che vuole smetterla di dipendere dalle importazioni di energia russe. Zelensky e i suoi uomini hanno l’obiettivo di fornire la loro elettricità in eccedenza. Ne ha parlato anche il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, alla Dpa: “Attualmente l’Ucraina esporta la sua elettricità in Moldova, Romania, Slovacchia e Polonia. Siamo già pronti per allargare il nostro export in Germania”. E poi ha fatto capire quanto la cosa non sia affatto campata per aria: “Abbiamo una quantità sufficiente di elettricità in Ucraina grazie alle nostre centrali nucleari”. Non sono parole banali, dato che arrivano alle porte del suo viaggio a Berlino di questo fine settimana. Shmyhal, infatti, incontrerà domani il cancelliere Olaf Scholz.

E in Italia se ne parla, e tanto, della guerra tra Russia e Ucraina, tanto da diventare terreno di scontro politico, in vista delle prossime elezioni del 25 settembre. Il tema è caldissimo ed è dibattuto in particolare e per via pubblica tra Lega e Pd.

E non si è fatto sentire solo il leader, Enrico Letta, a riguardo, ma sono arrivate anche nuove accuse da parte di Lia Quartapelle, della segreteria del Partito democratico, responsabile Europa, Affari internazionali e Cooperazione allo sviluppo. Le sue parole su Twitter sono difficilmente equivocabili: “Da giorni Salvini dice che le sanzioni colpiscono più l’Europa che la Russia. Una vera falsità: in Russia l’inflazione è tre volte quella Europea, c’è la recessione mentre l’eurozona cresce, gli scambi con l’estero son ridotti del 30%. Mente per ignoranza o ripete la propaganda del Cremlino?”.

Una domanda a cui si attende ancora una risposta, ma comunque lo scontro tra destra e sinistra va avanti sul tema delle sanzioni e potrebbe portare a posizioni divergenti anche nella stessa destra. Perché la guerra non è un tema che può separare e l’Italia deve comunque restare unita nella ferma condanna dell’invasione operata da Putin.

 

 

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