Bimba morta di stenti, l’analisi delle chat della madre: “La considerava un peso”

Circa un mese e mezzo fa, il caso della bambina di soli 18 mesi morta di stenti in Lombardia ha sconvolto tutta l’Italia. Di recente sono emerse le chat della madre 37enne, Alessia Pifferi, che hanno rivelato delle informazioni a dir poco agghiaccianti: per la donna, la piccola, infatti, sarebbe sempre stata un peso.

Alessia Pifferi
Alessia Pifferi – Lettoquotidiano.it

Continuano ad esserci nuovi risvolti nel caso della bambina di un anno e mezzo morta di stenti, abbandonata dalla madre che l’ha lasciata sola per 6 lunghissimi giorni per andare dal compagno. Di recente sono state rinvenute sul telefono della donna delle chat che confermano che per lei la bambina è sempre stata un peso.

Il caso della bambina morta di stenti

Quella della piccola di 18 mesi morta di stenti in Lombardia è una vicenda che ha indignato tutta Italia. E, dopo un mese e mezzo, se ne parla ancora.

Alessia Pifferi, la madre della bambina, avrebbe lasciato la piccola per quasi una settimana completamente sola, abbandonata a sé stessa. Il motivo? Voleva andare a trovare il compagno, residente a Leffe, in provincia di Bergamo.

Lo aveva già fatto in passato, ma sempre per periodi brevissimi e probabilmente la fortuna l’aveva assistita, perché alla bambina non era mai successo nulla.

Poi a luglio è accaduta la tragedia: la piccola di un anno e mezzo, dopo essere rimasta per ben 6 giorni completamente sola, è morta. 

La madre, stando a quanto ha dichiarato il compagno, sarebbe andata a trovarlo, sarebbe dovuta restare circa 4 giorni, ma poi alla fine avrebbe allungato la sua permanenza. A lui però aveva detto che la piccola sarebbe rimasta con sua sorella, che l’avrebbe portata al mare e questa scusa reggeva, anche perché era la stessa che Alessia inventava ogni volta che andava a trovarlo.

Poi, rientrata a Milano, lo avrebbe chiamato dicendogli che in realtà la piccola era morta e che qualcuno era entrato in casa sua.

Diana Pifferi
Diana Pifferi – Lettoquotidiano.it

A distanza di un mese e mezzo dalla tristissima vicenda, sono emersi nuovi retroscena, altrettanto agghiaccianti.

Le chat ritrovate di Alessia Pifferi

Attualmente Alessia Pifferi si trova in carcere, accusata di omicidio volontario aggravato. 

Gli investigatori stanno continuando le indagini sul caso di Alessia Pifferi e della piccola Diana. Di recente hanno trovato delle chat sul telefono della madre, in cui si evincerebbe che la piccola di 18 mesi per lei sarebbe sempre stata un peso.

Il contenuto ovviamente non è mai stato reso noto, quindi non possiamo sapere quali siano le parole precise che la Pifferi aveva usato.

Nel frattempo il gip di Milano Fabrizio Filice ha rigettato la richiesta di far incontrare alla donna Pietro Pietrini, Professore Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica all’Università di Pisa, incaricato di redigere una consulenza psichiatrica su di lei.

Secondo il gip, infatti, la Pifferi dovrebbe incontrare solo i suoi legali e non è necessario che veda anche medici che possano accertare il suo stato di salute mentale.
Attualmente, infatti, non ci sono elementi che possano ricondurre a qualche patologia psichiatrica della donna, ma secondo il giudice lei soffrirebbe solo di una “evidente instabilità affettiva recentemente manifestata in una forma di dipendenza psicologica dall’attuale compagno, che l’ha indotta ad anteporre la possibilità di mantenere una relazione con lui anche a costo di infliggere enormi sofferenze”.
Il 28 settembre comunque sarà la data in cui avranno inizio gli accertamenti di natura biologica e chimico – forense sul materiale rinvenuto in casa nel momento in cui è stato ritrovato il corpo della bambina.

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