Zaporizhzhia, attesa per la missione Aiea. Kiev: “È la più difficile della storia”

I bombardamenti non si fermano nella zona della centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, e non si placa, dunque, il rischio nucleare e l’allerta per una catastrofe che avrebbe conseguenze drammatiche per tutto il vecchio continente. Sono ore di attesa, in vista della visita dell’Aiea che potrebbe chiarire la situazione. 

Aiea
L’Aiea si prepara alla missione – lettoquotidiano.it

La guerra tra Russia e Ucraina è un campo di scontri, colpi bassi, bugie e depistaggi senza fine e che il mondo non riesce a fronteggiare. Quanto sta succedendo desta inevitabilmente la massima attenzione dell’Europa e non solo, visto che non c’è solo da fare i conti con morti civili, danni e distruzione che porta la guerra, ma anche con il rischio di una catastrofe nucleare che resta altissimo, nonostante i livelli di radiazioni rilevati siano ancora nella norma. Ecco gli ultimi sviluppi sulla vicenda e quanto annunciato da Rafael Grossi sui social.

Missione dell’Aiea alla centrale di Zaporizhzhia, ci siamo: l’annuncio di Rafael Grossi

Se ne parla da settimane, ma ora sembra finalmente arrivato il momento dei fatti. Infatti, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) è pronta a condurre la missione presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa e che tanta preoccupazione sta destando nelle ultime settimane.

Ne ha parlato Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’energia atomica, direttamente tramite un posto pubblicato sul suo account Twitter. Nella foto, che vi mostriamo in basso, si può notare il team dell’ente che si sta dirigendo alla centrale di Zaporizhzhia. E, a titolo personale, Grossi scrive: “Sono orgoglioso di guidare questa missione che arriverà fino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia alla fine di questa settimana“. Il direttore generale, dunque, scandisce anche i tempi in cui verrà portata a termine la visita, come avete appena potuto leggere. Ma non finisce qui.

Centrale Zaporizhzhia
La centrale di Zaporizhzhia – lettoquotidiano.it

Nell’immagine in allegato potete notare un’immagine che lo raffigura insieme ad altre 13 persone che portano tutti indosso una divisa dell’Aiea. Sembra quasi la scena di un film, a vederla così, ma altro non è che la pura realtà di una guerra che non conosce tregue e limiti, neanche se si parla di rischio nucleare e di una serie di popolazioni che potrebbero risentirne, fino alla Germania.

Intanto, in una situazione ansiogena e drammatica, Russia e Ucraina continuano a non prendersi le loro responsabilità e anzi a rimpallarsi le colpe a vicenda. L’ultima dimostrazione, e non ce n’era comunque bisogno, è arrivata da Mosca, tramite le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. È stato lui ad affermare in conferenza stampa che i nemici sul campo della Russia dovrebbero, a suo avviso, darsi una calmata: “Tutti dovrebbero fare pressione sull’Ucraina, affinché riduca la tensione militare all’impianto nucleare di Zaporizhzhia che ora rappresenta un pericolo per tutta l’Europa. E poi continua il suo attacco: “Solo facendo delle pressioni sull’Ucraina si potranno ridurre le pressioni sulla zona di Zaporizhzhia”.

E sempre da Mosca è arrivato un altro messaggio particolarmente importante e sempre da Peskov. Infatti, la Russia è pronta a collaborare con l’Aiea per la missione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. La Russia è direttamente interessata alla visita dell’Agenzia e molto probabilmente, come riferito negli scorsi giorni dalla parte ucraina, metterà in scena bugie e depistaggi alla centrale per scaricare la colpa sui nemici di guerra.

Ora passiamo, quindi, direttamente alla controparte e lo facciamo tramite le parole del ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba. Per lui sono giorni particolarmente intensi dato che è stato in visita a Stoccolma, per incontrare la premier svedese, e nei prossimi due giorni incontrerà personalità importantissime della politica europea, e dunque mondiale. Durante il suo soggiorno in Svezia, Kuleba ha detto chiaramente: “La missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia è la più difficile nella storia dell’organizzazione“. I motivi sono facili da individuare: i combattimenti nelle vicinanze non renderanno affatto facile condurre la missione. Kuleba dice chiaramente, addossando le colpe al Cremlino: “Questa missione sarà la più difficile nella storia dell’Aiea per gli attacchi della Russia, ma anche per il modo sfacciato con cui la Russia sta cercando di legittimare la propria presenza“.

Insomma, lo scontro è sempre più aperto e, fino all’arrivo dell’Aiea, difficilmente avremo notizie più concrete. In tutta questa situazione, è intervenuto il G7 chiedendo che l’Aiea abbia libero accesso a Zaporizhzhia. Il messaggio è arrivato tramite un comunicato del gruppo dei sette paesi più economicamente avanzati e vedremo se sarà effettivamente così e cosa troverà l’Agenzia una volta arrivata nella zona, e tra tutte le difficoltà del caso.

Non solo il rischio nucleare, la guerra va avanti tra bombe e alleati

Sicuramente la centrale nucleare continua a destare la massima preoccupazione, ma non è l’unico terreno su cui le forze in campo si stanno scontrando. Infatti, le truppe ucraine stanno andando avanti nella controffensiva che serve per riprendere il controllo dei territori occupati di Kherson, che si trovano a sud e che gli uomini di Vladimir Putin hanno occupato fin dall’inizio del conflitto. A riportare la notizia è stato, infatti, il comando meridionale.

L’Unione europea, intanto, è pronta a farsi sentire nella pratica sul campo e potrebbe farlo inviando un nuovo segnale di condanna alla Russia per l’invasione dell’Ucraina. Stiamo parlando della sospensione dell’accordo sui visti con Mosca. E proprio a tal proposito, torna con prepotenza la figura di Kuleba, perché la questione verrà discussa in occasione del Consiglio dei ministri degli Esteri di domani a Praga e dovrebbe esserci proprio il ministro degli esteri ucraino.

Gli aiuti dell’Unione si configurano, quindi, come un’arma essenziale per l’Ucraina, nella resistenza contro Putin. Oggi è una giornata importante, in quest’ottica, per quello che sta succedendo in Germania e per i messaggi che arrivano di conseguenza. Proprio la Germania, infatti, per bocca del cancelliere, Olaf Scholz, ha fatto sapere che continuerà a sostenere l’Ucraina sul piano militare, finanziario e umanitario in un modo che lui stesso ha deciso di definire “affidabile”.

Insomma, i tedeschi non hanno alcuna intenzione di lasciare l’Ucraina senza il loro sostegno, ora e in futuro. Scholz, durante il suo intervento a Praga, ha fatto sapere che: “Il sostegno all’Ucraina, soprattutto, durerà tanto a lungo quanto sarà necessario“. Scholz ha aggiunto poi un concetto essenziale: “L’obiettivo è garantire che forze militari ucraine moderne possano difendere a lungo il paese”. La resistenza continua e su questo l’Unione europea si sta riscoprendo quanto più unita e coesa nella lotta contro la Russia.

Scholz, però, non pensa solo al presente, ma dimostra di aver ragionato anche più in avanti con i suoi alleati. Il cancelliere tedesco, infatti, ha annunciato che una conferenza internazionale di esperti si terrà il prossimo 25 ottobre a Berlino per discutere della ricostruzione dell’Ucraina, una dichiarazione importantissima se si pensa a cosa potrebbe accadere quando tutto sarà finito e che è stata riportata dal sito “Frankfurter Allgemeine”. Scholz chiude con una frase parecchio significativa: “La ricostruzione dell’Ucraina sarà uno sforzo di generazioni”.

Ma torniamo per un attimo alla visita di Kuleba in Svezia. Un tavolo, quello tra le due nazioni, che sembra essere parecchio proficuo. Infatti, proprio dopo l’incontro con Kuleba verificatosi nella giornata di oggi, la premier svedese, Magdalena Andersson, ha annunciato l’arrivo dalla Svezia di aiuti per 94 milioni di euro. Si tratta nello specifico di aiuti militari ed economici per l’Ucraina per circa un miliardo di corone svedesi, i quali corrispondono appunto a circa 94 milioni di euro. I media internazionali riportano anche una dichiarazione della premier svedese: “Vi prometto che la Svezia continuerà ad essere vostra amica e sostenitrice”, le parole di Magdalena Andersson durante la conferenza congiunta con Kuleba. Riassumendo, gli aiuti della Svezia saranno così divisi: metà andranno in assistenza militare e metà serviranno per la ricostruzione del Paese.

Rivolgendo ora la nostra attenzione internamente alle questioni ucraine, il focus passa invece alle parole di Volodymyr Zelensky alla Confindustria francese. Anche in questo caso il presidente ucraino rivolge un vero e proprio appello: Abbiamo bisogno di voi! Mi rivolgo a voi per proporvi migliaia di contratti, di posti di lavoro. Ci serve il vostro aiuto per ricostruire l’Ucraina dopo la guerra”.

Dichiarazioni importanti e con uno sguardo al futuro, quelle di Volodymyr Zelensky, e che sono arrivate in collegamento in videoconferenza con il Congresso del Medef, che altro non è che la Confindustria francese. Il presidente ucraino ha detto poi chiaramente: “Invitiamo le imprese che costituiscono il settore delle costruzioni a rendersi parte attiva della modernizzazione delle infrastrutture del settore urbano, per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico e per la gestione dei rifiuti”. Un pensiero è stato dedicato poi anche al settore energetico: “Dovranno lavorare nel nostro campo dell’estrazione del gas”. E così via, il piano, almeno sulla carta, sembra essere pronto: “Le imprese dell’industria dell’auto saranno invitate a localizzarsi qui per le loro produzioni. Ai produttori del settore alimentare – ha detto infine Zelensky – lanciamo un invito ad arrivare in Ucraina e iniziare a produrre per un mercato che conta 40 milioni di abitanti”.

Insomma, l’Ucraina dimostra di saper guardare anche avanti e non è affatto facile in una guerra che sembra sempre più lontana da tregue, demilitarizzazione e accordi di pace. Vedremo se almeno la visita dell’Aiea sbloccherà la situazione alla centrale di Zaporizhzhia: è questa la speranza di un’Europa che si scopre unita e compatta, almeno sul tema della guerra. E, a quanto pare, non è così scontato.

 

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