Chi è Natalya Vovk, l’ucraina autrice dell’attentato a Darya Dugina

I servizi russi avrebbero identificato l’ucraina Natalya Vovk come l’autrice dell’attentato alla figlia dell’ideologo russo Aleksander Dugin.

Natalya Vovk
Natalya Vovk – LettoQuotidiano.it

L’uomo chiede vendetta per l’uccisione della figlia, causata sabato sera dall’esplosione dell’auto su cui viaggiava.

La morte di Darya Dugina

Era sabato scorso quando la vettura su cui a bordo doveva esserci il filosofo russo Aleksander Dugin, è esplosa coinvolgendo invece solo sua figlia Darya.

La giornalista e commentatrice politica, classe 1992, stava viaggiando da sola poiché suo padre era stato trattenuto ad un evento ed è quindi andata incontro a un tragico destino.

La sua auto infatti è esplosa a causa di un ordigno installato a bordo e fin da subito i russi hanno pensato a una ritorsione contro Dugin, poiché il filosofo è molto vicino a Putin, tanto da essere considerato il suo consigliere e addirittura il suo cervello.

I servizi russi hanno puntato subito il dito contro Kiev, la quale però si è proclamata estranea ai fatti, ma oggi ci sono dei dettagli in più che hanno confermato il coinvolgimento degli ucraini.

Il Servizio Federale per la Sicurezza Russa riferisce di aver individuato la mano dietro all’attentato, o meglio le mani, infatti la colpevole sarebbe una donna ucraina, entrata poche settimane fa in territorio russo insieme alla figlia di 12 anni.

Ora la Russia ha inserito Natalya Vovk nella lista dei ricercati e ha annunciato che chiederà la sua estradizione, anche se il ministro degli esteri dell’Estonia ha riferito che per ora non ci sono provvedimenti ufficiali pervenuti.

Natalya Vovk

Il nome della donna è Natalya Vovk e sarebbe entrata in Russia a luglio, mentre già da diversi mesi era indicata negli archivi della Fsb (il Servizio di Sicurezza della Russia), come appartenente ai militari ucraini.

Ora i media russi hanno diffuso un comunicato con cui mettono in dubbio l’efficienza di tale ente poiché è in concepibile che questa ‘terrorista‘, come molti la definiscono, sia entrata liberamente in Russia in una situazione così delicata.

Gli agenti, di risposta, hanno affermato che la donna avrebbe varcato i confini russi a bordo di una vettura dotata di 3 targhe che venivano strategicamente cambiate a rotazione: una della Repubblica di Donetsk è stata usata per varcare il confine, la seconda del Kazakhistan per muoversi a Mosca e la terza dell’Ucraina per lasciare il Paese.

Secondo quanto emerso, Natalya abitava nello stesso palazzo della figlia di Dugin ed è appartenente al reggimento Azov, ha infatti una tessera di appartenenza allo stesso.

Purtroppo però è troppo tardi, infatti quando la verità viene a galla, ormai Natalya Vovk ha lasciato il Paese e rimangono solo le immagini della sua Mini che varca la frontiera con l’Estonia.

La Mini guidata da Natalya
La Mini guidata da Natalya – LettoQuotidiano.it

La donna, classe 1979, potrebbe aver usato la figlia minorenne per piazzare la bomba che ha ucciso Darya, giornalista apprezzata e molto conosciuta, ricordata da Putin con parole di affetto per il lavoro svolto.

In un video, si vede la donna entrare in Russia il 23 luglio e altre riprese la filmano mentre entra nel condominio di Darya e successivamente quando si dirige in Estonia.

La Vovk sarebbe riuscita a varcare la frontiera anche se la mini Cooper che guidava è stata perquisita a fondo nei controlli doganali.

L’Ucraina si dichiara estranea

Il principale consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, continua a dichiarare l’estraneità ai fatti da parte dell’Ucraina, riferendo che il Paese non è coinvolto in nessun modo in questo omicidio.

Anche perché, ha sottolineato che la famiglia di Dugin non è parte degli organizzatori attivi del conflitto e nemmeno dei gestori, quindi l’atto è stato compiuto in autonomia da Natalya, la quale aveva affittato volutamente un appartamento nello stesso stabile dove viveva Darya.

“Le accuse dei russi sono elementi di propaganda isterica. azioni terroristiche come questa non sono il nostro modo di agire. l’ucraina sta combattendo una guerra di liberazione e la russia cerca di addebitarci l’omicidio per giustificare l’utilizzo di armi vietate da varie convenzioni”

questa la denuncia del consigliere.

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