Elezioni 25 settembre, botta e risposta tra Calenda e Salvini sulla flat tax

La proposta della Lega e di Forza Italia, ora sposata da tutto il centrodestra, sulla flat tax è un argomento piuttosto divisivo. L’idea di introdurre una tassa piatta, infatti, non piace tanto alla sinistra, quanto al terzo polo e anche al MoVimento 5 stelle. Oggi, però, è stata terreno di battaglia per il leader di Azione, Carlo Calenda, e quello del Carroccio, Matteo Salvini. Il terreno dello scontro? Be’, ovviamente Twitter, social congeniale a entrambi

Salvini Calenda
Mattteo Salvini e Carlo Calenda – lettoquotidiano.it

Un botta e risposta dai toni quasi simpatici con cui Calenda e Salvini si sono accusati a vicenda di mentire o di cambiare subito opinione. E in cui è intervenuto anche uno degli ideatori Armando Siri, che ha spiegato al candidato numero uno del terzo polo come funziona nel concreto la flat tax proposta dalla coalizione capitanata da Giorgia Meloni.

Flat tax, botta e risposta tra Calenda e Salvini sulla misura proposta dal centrodestra

Fatti fuori, al momento, da un confronto pubblico e televisivo, Carlo Calenda, leader del terzo polo e di Azione, e Matteo Salvini, numero uno della Lega, ingaggiano un duello a distanza su Twitter. La ragione del conflitto tra i due? La flat tax, la tanto criticata misurata di riforma fiscale, che cancellerebbe l’Irpef a scaglioni, proposta dalla coalizione di centrodestra in vista delle prossime elezioni del 25 settembre.

I due politici non sono a nuovi a commenti al vetriolo contro gli sfidanti, anzi: il loro botta e risposta rientra perfettamente nel copione che, però, pare sia stato studiato da un po’ tutti in questa campagna elettorale estiva, e decisamente rovente. A cominciare, stavolta, è stato l’alleato di Matteo Renzi, fondatore di Italia Viva e ideatore, de facto, della coalizione che si pone al centro.

Calenda
Carlo Calenda – lettoquotidiano.it

Attraverso un tweet in cui si mostrava un cartello di Azione che spiegava come, appunto, la flat tax al 23% porterebbe un risparmio per Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, di 14 milioni di euro di tasse all’anno, e per il Capitano di 15mila euro, mentre per un infermiere che guadagna 32mila euro all’anno non ci sarebbe alcun risparmio, Calenda ha provocatoriamente scritto che aveva chiaro il motivo per cui i due alleati la stessero proponendo.

Immediata la replica del leader leghista: “Calenda o mente o è disinformato“, ha iniziato Salvini sempre tramite Twitter. “La flat tax proposta dalla Lega non prevede benefici per redditi come quelli di Berlusconi o di un qualsiasi parlamentare, mentre un infermiere con un reddito di 32mila euro, con moglie e figlio a carico, risparmierebbe 1.124 euro – ha spiegato ancora il numero uno del Carroccio prima di attaccare l’esponente di Azione -. Ora Calenda è contro la flat tax, ma conoscendo la sua velocità nel cambiare idea, entro sera potrebbe diventarne un sostenitore“.

Finita, vero? Eh no, perché il candidato del terzo polo ha risposto nuovamente al leader del Carroccio: “Se la flat tax della Lega è quella a diciotto aliquote non è una flat tax, ma una presa in giro. Se lo è, produce gli effetti che abbiamo descritto. Insomma, è una truffa o è una cosa iniqua. Scelga Salvini“, ha controreplicato Calenda.

Siri (Lega): “Calenda è un analfabeta funzionale”

In soccorso, ma non ce n’era bisogno, di Salvini è arrivato Armando Siri, senatore della Lega, coordinatore dei dipartimenti del partito, e già autore della proposta di legge presentata alla Camera sulla flat tax al 15% nel 2015. “Calenda è un altro analfabeta funzionale che avendo zero argomenti sulla Flat Tax – che è l’unico strumento concreto per diminuire e semplificare le imposte al ceto medio – riesce a fare esempi di benefici inesistenti per Berlusconi e Salvini“, ha iniziato su Facebook.

Se avesse letto il Disegno di Legge di riforma del Testo Unico Tuir presentato dalla Lega a mia prima firma in Parlamento, saprebbe che il reddito famigliare massimo per le famiglie Bi-Reddito è di 70mila euro per accedere ai benefici della Flat Tax. Un caso che non riguarda né Salvini né Berlusconi che notoriamente non potrebbero accedere neppure al regime di Flat Tax forfettaria al 15% attualmente in vigore a 65mila euro e neppure a quello che noi proponiamo con la soglia massima a 100mila euro che è rivolto esclusivamente alle Partite Iva. Appurato dunque che né Berlusconi né Salvini potranno beneficiare della Flat Tax, con buona pace di Calenda, un infermiere con 32mila euro di reddito, moglie e figlio a carico, risparmierebbe 1124 euro di imposte. Basta fake news sulla Flat Tax“, ha concluso Siri a cui ha risposto anche Luigi Marattin, presidente della commissione Finanze della Camera ed esponente di Italia Viva.

Il renziano ha chiesto a Salvini, incollando il pezzo della proposta: “Se è vero – come ripetono ogni minuto – che propongono una flat tax al 15% per tutti, perché nella loro proposta scrivono una famiglia monoreddito con 55.000 euro di imponibile ha un’aliquota del 30%?“.

Anche qua, a rispondere è stato il senatore leghista, che ha spiegato che “il regime di Flat Tax al 15% si applica ai single fino a 26 mila euro con uno scivolo a 30 mila. Alle famiglie Monoreddito fino a 50 mila euro con uno scivolo fino a 55 mila euro. Alle famiglie Bi-reddito fino a 65 mila euro con uno scivolo a 70 mila euro“.

Siri ha inoltre specificato anche cosa è lo scivolo, ovvero “un sistema che consente ai contribuenti fuori dal limite di qualche migliaio di euro di poter comunque avere un’aliquota agevolata inferiore al sistema attuale. Ad esempio una famiglia Monoreddito con 52.500 che per 2500 euro sarebbe fuori dalla Flat Tax al 15% avrebbe comunque un’aliquota agevolata al 22,5% contro l’attuale 29,10%. Questo meccanismo agevola la fedeltà fiscale e evita possibili comportamenti elusivi che qualche contribuente potrebbe essere spinto ad utilizzare per mantenersi nei parametri dell’agevolazione fiscale. A 55 mila euro nel caso della Monoreddito citata l’imposta si congiunge a quella ordinaria“.

E ancora la replica di Marattin, arrivata tramite Twitter, che ha, al momento, chiuso i giochi. “Nel passaggio evidenziato confermata che la flat tax (= aliquota unica per tutti) non esiste. La proposta della Lega è una semplice revisione dell’Irpef, da 4 a 18 delle aliquote. Semplicemente menzionano solo l’aliquota del primo scaglione“, ha scritto.

Chi ha ragione sta a voi deciderlo, ma da qua al 25 settembre ne vedremo ancora delle belle, per non parlare di quando poi, e se, la flat tax al 15% diventerà una realtà. Noi andiamo a prendere i pop corn già da ora.

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