Elezioni 25 settembre, tensione in Forza Italia per la chiusura delle liste

Lunedì scade il termine per la presentazione delle liste e dei candidati all’uninominale per le prossime politiche del 25 settembre. E il gioco di incastri, veti e nomi (non necessariamente in quest’ordine) che ha fatto scoppiare una bomba nel Partito democratico, potrebbe mettere a dura prova anche la più salda coalizione del centrodestra. I problemi maggiori sono all’interno di Forza Italia: gli spazi sono pochi, gli eleggibili tanti

Berlusconi
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi – lettoquotidiano.it

Ma sarà la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a decidere se i nomi proposti vanno bene, e non solo per il partito di Silvio Berlusconi. La partita della Lega di Matteo Salvini è chiusa, ed effettivamente manca solo l’okay di quella che potrebbe essere la prima presidentessa del Consiglio.

Elezioni 25 settembre, in Forza Italia si discute ancora sulle liste e sui candidati

Alle ore 20 del 22 agosto (e dalle 8 di domani mattina), tutti i partiti che hanno già depositato il proprio simbolo al Viminale per correre per le prossime politiche del 25 settembre dovranno tassativamente presentare, alle Corti d’appello, le liste e i candidati per i collegi uninominali.

C’è chi si è preso per tempo, come il Partito democratico di Enrico Letta, e ha già ufficializzato capilista, scatenando anche (e soprattutto) delle polemiche interne per gli epurati. Non si muove in un clima fantastico neanche Silvio Berlusconi, ex presidente del Consiglio e leader di Forza Italia.

Sono lontani i tempi in cui era lui a guardare tutti dall’alto verso il basso, ora il partito azzurro è la terza forza della coalizione di centrodestra dietro a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e alla Lega di Matteo Salvini e, anche a livello globale, non è certo il nemico da battere.

A dei sondaggi che non registrano mai percentuali in doppia cifra, si deve aggiungere il taglio dei parlamentari: ulteriore motivo di indecisioni e pressioni su chi siano i migliori da candidare per le politiche che devono essere quasi necessariamente rieletti.

Il gioco d’incastri, il tetris con i nomi dei fedelissimi, o di chi c’è sempre stato, è da giorni che va avanti negli affollati vertici nella villa in Sardegna del Cavaliere, che potrebbe dover rinunciare anche a presenziare ai funerali dell’amico ed ex senatore Niccolò Ghedini, morto mercoledì nella notte. Prima di sbrogliare la matassa, infatti, Berlusconi non intende muoversi.

Delle certezze ci sono: il leader forzista sarà sicuramente candidato all’uninominale di Monza e sarà anche capolista in cinque circoscrizioni al proporzionale; la sua compagna, Marta Fascina, avrà un seggio blindato in Campania o Lombardia. Il problema è dove collocare la presidentessa del Senato uscente, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

La senatrice azzurra non rientra, ovviamente, tra le figure che si possono far fuori, per questo c’è bisogno di piazzarla in un collegio in cui è certa la sua rielezione. Lei ha puntato i piedi perché voleva essere ricandidata nel suo Veneto, nel seggio di Padova, ma molti rumors danno la capogruppo a Palazzo Madama, Anna Maria Bernini, avanti per quel collegio, pure perché lei ci tiene parecchio e, pare, stia tallonando non solo il Cav, ma anche i due bracci destri, Antonio Tajani e Paolo Barelli.

La bolognese, tra l’altro, si prenderebbe non solo l’uninominale di Venezia, ma anche quello che vorrebbe la nemica interna, che è stata traslocata prima in Molise (e ha rispedito al mittente la candidatura), e ora dovrebbe correre per il maggioritario in Basilicata.

Meloni
Giorgia Meloni – lettoquotidiano.it

Nelle prossime ore si dovrà per forza arrivare a una sintesi, che dovrà essere approvata da Meloni, al momento la leader della coalizione e possibile prima presidente del Consiglio donna.

Elezioni 25 settembre: Salvini ha scelto, Fratelli d’Italia quasi

Dal canto suo, la numero uno di Fratelli d’Italia ha ancora qualche dubbio, anche in merito a chi candidare per Noi Moderati, la quarta gamba del polo di centrodestra, e soprattutto dove: ci potrebbe essere un seggio in Campania per l’ex berlusconiana Maria Rosaria Rossi, mentre Maurizio Lupi sarà a Lecco, con Michela Brambilla dirottata in Sicilia.

Per quanto riguarda il suo partito, Meloni ha scelto Andrea Augello, storico volto della destra romana, Giulio Tremonti e Giulio Terzi di Sant’Agata, Massimo Gandolfini, mentre Carlo Nordio ha accettato la candidatura.

Il leader del Carroccio, invece, ha chiuso la partita in anticipo, e anche lui aspetta l’okay della numero uno di FdI. La Lega aveva a disposizione 68 collegi uninominali su 221 e Salvini ha deciso di confermare tutti i big. Il ministro dello Sviluppo economico del governo Draghi, Giancarlo Giorgetti, correrà a Sondrio, il vicesegretario federale, Lorenzo Fontana, avrà un posto in una circoscrizione del Veneto.

I due capigruppo rispettivamente di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo sono stati designati per il maggioritario di Alessandria e Varese, il secondo ha dovuto cambiare perché a Monza, sua città natale, c’è Berlusconi. L’avvocata Giulia Bongiorno sarà la candidata all’uninominale di Roma Est al Senato, mentre Claudio Durigon virerà su Viterbo perché a Latina correrà Meloni. Nessun seggio per Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi: entrambi saranno i capilista per il proporzionale.

Quanto alle altre forze politiche, nel terzo polo manca poco per completare il puzzle. Il fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi, sarà a Milano e in Campania, mentre il suo braccio destro, Maria Elena Boschi, correrà in Calabria. Il leader di Azione, Carlo Calenda, si candiderà a Roma e in Piemonte.

Più complicata è la situazione in casa MoVimento 5 stelle, in cui il capo politico Giuseppe Conte ha già fatto le sue scelte, anche impopolari. L’ex premier, infatti, ha tenuto poco conto delle parlamentarie, e ha candidato 15 dei suoi fedelissimi accendendo una polemica all’interno del partito.

Vittoria Baldino è stata paracadutata in Calabria, ed è stato rifatto il nome di Riccardo Tucci, imputato per frode fiscale, oltre che quello di Livio De Santoli, capolista blindato alla Camera nel Lazio. Ma c’è anche da gioire per i più vicini all’avvocato di Volturara Appula, perché a uscire sconfitti delle consultazioni in rete sono stati i raggiani, ovvero i candidati dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi.

Chiara Appendino ha invece fatto en plein e sarà capolista nei quattro collegi del Piemonte. La viceministra Alessandra Todde sarà in Lombardia e in Sardegna. Sempre in terra lombarda c’è il fratello dell’ex parlamentare Giorgio Sorial, Samuel e il fratello dell’ex vice ministro Stefano Buffagni, Davide. L’ex procuratore Cafiero De Raho sarà in Emilia e in Calabria. L’ex magistrato Roberto Scarpinato è il capolista in Calabria e Sicilia. Ettore Licheri (sardo) guiderà il M5S in Piemonte e Toscana.

Il ministro Stefano Patuanelli, capolista senza chance in Friuli, plana nel Lazio e in Campania. Conte farà il capolista in quattro regioni: Lombardia, Campania, Puglia e Sicilia. Per l’uninominale potrebbe candidarsi a Foggia oppure, stando alle voci che si rincorrono da giorni, optare per una sfida contro Luigi Di Maio, a Pomigliano.

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