Propaganda jihadista sui social: arresto nel leccese

Inneggiava allo jihadismo sui social, immediata l’esecuzione di custodia cautelare da parte della Questura di Lecce. 

Combattenti Isis
Combattenti Isis – Lettoquotidiano.it

Gli agenti della Digos della Questura di Lecce hanno posto agli arresti domiciliari un 49enne di origini albanesi, con l’accusa di istigazione a delinquere e apologia, aggravati dalla finalità di terrorismo e dall’uso di strumenti informatici.

Protagonista di una radicalizzazione del proprio modo di vivere e di una forte vicinanza ad idee jihadiste, inneggiava sovente all’ISIS, pubblicandone vessilli sui social e sciorinando tutto il proprio disappunto verso leggi e costumi italiani ed occidentali.

Propaganda jihadista e arresto: quando i social fungono da testimoni

Da sempre i resoconti di cronaca e il mondo dell’inchiesta è fatto di spionaggi, depistaggi, intercettazioni e testimonianze. Certo, giusto epurare questi aspetti da quella patina che potrebbe essere conferita loro da una cultura fortemente influenzata dalla fruizione di film o Serie TV.

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Propaganda Isis – Lettoquotidiano.it

Sono però tanti gli esempi, come dicevamo, in cui agli occhi di inquirenti e forze dell’ordine siano risultati particolarmente interessanti dettagli legati al mondo social e a più o meno recenti pubblicazioni dei personaggi coinvolti in fatti di cronaca e non solo.

In particolar modo, riportiamo qui dell’arresto di un cittadino di origini albanesi residente in provincia di Lecce, reo di aver catturato l’attenzione per diversi atteggiamenti social valsigli poi gli arresti domiciliari.

Arrestato un cinquantenne nel leccese

Siamo a Galatina, autentico fiore all’occhiello della provincia leccese e distante circa 20 chilometri dal capoluogo salentino. In queste ore gli agenti della Digos della Questura di Lecce hanno eseguito una custodia cautelare in seguito alla disposizione del gip, in seguito alla richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica.

Ad essere coinvolto è il quarantanovenne albanese H.A., accusato di “istigazione a delinquere e apologia, aggravati dalla finalità di terrorismo e dall’uso di strumenti informatici” e la cui posizione aveva già catturato l’attenzione nel 2018, data di inizio delle indagini sul suo conto.

Protagonista di una radicalizzazione del proprio modo di vivere e di una forte vicinanza ad idee jihadiste, inneggiava sovente all’ISIS, pubblicandone vessilli sui social e sciorinando tutto il proprio disappunto verso leggi e costumi italiani ed occidentali.

Attualmente in carcere, farà rientro presso le mura domestiche non appena si renderà disponibile il dispositivo elettronico di controllo, finalizzato all’accertamento del rispetto della misura cautelare dei domiciliari.

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