Lillo, il cane ucciso a fucilate e gettato in un burrone: l’assassino condannato a 2 anni e mezzo di carcere

L’uomo, che nel 2020 uccise il cane Lillo a Gioiosa Marina, in provincia di Reggio Calabria, dovrà anche risarcire la padrona dell’animale con 7.333 euro.

fucile - carabinieri
Fucile – LettoQuotidiano.it

La donna, non vedendolo rientrare, non lo aveva cercato nell’immediato, perché spesso l’animale restava fuori per ore, trovando alloggio dalle altre persone del paese.

Quando ha iniziato a cercarlo, lo ha trovato in fondo a un burrone, crivellato di colpi.

La scomparsa e l’uccisione del cane Lillo

Un meticcio nero, piccolo e affettuoso, che ha incontrato la malvagità di una persona senza scrupoli, che lo ha ridotto in un cumulo di proiettili.

È quanto accaduto al cagnolino Lillo, trovato senza vita nell’aprile del 2020 in fondo a un burrone a Gioiosa Marina, in provincia di Reggio Calabria. 

Quel pomeriggio, la padrona dell’animale, non vedendolo rientrare, non lo aveva cercato nell’immediato, perché spesso Lillo restava fuori per ore, trovando alloggio dalle altre persone del paese.

Quando ha iniziato le ricerche del suo fido amico, lo ha trovato in fondo a un burrone, crivellato di colpi e con le zampette legate con una corda. 

cane Lillo
Cane Lillo – LettoQuotidiano.it

Un’immagine atroce. Il colpevole è stato ben presto identificato e sanzionato.

La condanna e la sanzione

A ridurre il cane Lillo in quel modo è stato un uomo, residente a Gioiosa Marina, e già noto alle forze dell’ordine per i suoi atteggiamenti violenti.

Dopo due anni è arrivata la sentenza. Il soggetto in questione è stato infatti condannato a 2 anni e mezzo di carcere, oltre al pagamento di una sanzione di 7.333 euro. 

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) insieme alla proprietaria dell’animale si era costituita parte civile nel processo a suo carico.

La Corte di Cassazione ha invece rigettato il ricorso proposto dall’imputato contro la sentenza di primo grado del Tribunale di Locri, confermata dalla Corte di Appello di Reggio Calabria.

“Sono pene troppo lievi quelle per i delitti contro gli animali. Occorre una tutela più incisiva per gli animali, che ancora non ricevono una copertura legislativa diretta non essendo loro riconosciuta soggettività giuridica”

ha commentato il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.

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