In fuga dalla guerra in Ucraina, il piccolo Sasha scompare a 4 anni: l’appello della mamma

Sasha era partito con la nonna, che è morta quando la barca su cui viaggiavano è stata bombardata dai russi lungo il fiume Dnepr. 

Sasha Zdanovich Yahno
Sasha Zdanovich Yahno – LettoQuotidiano.it

Sembra che alcuni volontari l’abbiano fatto salire su un pullman diretto in Italia, ma sono quasi un mese che del piccolo non si hanno più notizie.

La fuga dalla guerra insieme alla nonna

È salito su una barca insieme alla nonna, per cercare di fuggire alla guerra che sta imperversando nel suo Paese e che ha costretto altre migliaia di bambini come lui a lasciare la propria città.

Dal 10 marzo scorso però del piccolo Sasha, 4 anni, caschetto biondo e sorriso furbetto, non si sa più nulla.

L’unica cosa certa è che il bambino si sia imbarcato insieme alla nonna e ad altre persone, tentando di attraversare il fiume Dnepr.

La barca su cui viaggiavano è stata bombardata dall’esercito russo. La nonna di Sasha è morta, mentre altre persone sono riuscite a salvarsi.

Stando ad alcune testimonianze, il bambino sarebbe stato caricato da alcuni volontari su un pullman diretto in Italia, ma le ricerche finora non hanno dato alcun esito.

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Sasha – LettoQuotidiano.it

L’appello per ritrovare il piccolo Sasha

La foto di Sasha ha fatto il giro del Paese, ma il bambino sembra essere scomparso nel nulla.

“I genitori sono disperati. forse era scioccato e non parlava più. I volontari dicono che è finito al confine con la Polonia, passando per L’viv e che al confine altri volontari l’hanno fatto salire su un pullman diretto in Italia con molti bambini, tutti rifugiati. Ho provato a contattare varie associazioni, anche la Croce Rossa, ma mi dicono tutti che non possono fare molto per via dell’identificazione di un bambino non accompagnato”

ha raccontato un’amica dei genitori di Sasha.

Al momento non vi sono certezze su dove si trovi il bambino, che potrebbe essere ancora in Ucraina, nonostante le varie testimonianze riportino altre notizie.

Alcune segnalazioni sono già state verificate, ma nessuna ha dato l’esito sperato.

Al momento sono almeno due milioni i bambini in fuga dalla guerra. Molti di loro lo fanno senza genitori.

Cira un milione di loro sono stati accolti nella vicina Polonia. Quello che preoccupa maggiormente è il rischio che questi minori possano finire in un giro di sfruttamento.

Per evitare ciò, l’Unicef ha istituito i Blue dots, che garantiranno in un unico luogo spazi sicuri, servizi essenziali, spazi per giocare, protezione e supporto per i bambini e le loro famiglie.

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