Naufragio Costa Concordia, respinta la richiesta di revisione del processo al comandante Schettino

I legali di Francesco Schettino avevano presentato l’istanza in merito all’accusa di omicidio colposo. Nel disastro della Concordia, persero la vita 32 persone. 

Francesco Schettino - costa Concordia
Francesco Schettino – Costa Concordia – LettoQuotidiano.it

Il comandante lanciò l’allarme quando ormai era troppo tardi. Nel maggio del 2017 la Corte di Cassazione lo ha condannato a 16 anni di carcere.

Il naufragio della Costa Concordia

Erano da poco trascorse le 22 del 13 gennaio 2012, quando la nave della Costa Concordia, partita da Civitavecchia e diretta a Savona, si schiantò contro gli scogli al largo dell’Isola del Giglio, riportando uno squarcio di 70 metri.

Il comandante Francesco Schettino lasciò la rotta solita della nave per fare una sorta di “inchino” di fronte all’Isola, ma la manovra azzardata provocò uno squarcio nella nave, a bordo della quale viaggiavano 4.229 persone, di cui 3.216 passeggeri e 1.013 membri dell’equipaggio.

La nave iniziò a imbarcare acqua e andarono fuori uso i motori elettrici. Ai passeggeri fu detto di un problema elettrico, ma nessuno fece accenno alla falla nell’imbarcazione.

Mentre la Costa Concordia s’inabissava e le scialuppe di salvataggio venivano calate in mare cariche di passeggeri, il comandante Francesco Schettino aveva già lasciato la nave.

Nella tragedia persero la vita 32 persone. Il ritardo con cui fu dato l’allarme fu la prima, vera falla nelle operazioni di soccorso.

Nel maggio del 2017 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione per il comandante Schettino.

Le accuse sono di: naufragio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, abbandono della nave e di persone incapaci.

Schettino sta scontando la sua pena nel carcere di Rebibbia.

costa Concordia

No alla revisione del processo

La Corte d’Appello di Genova ha respinto la revisione del processo per Francesco Schettino, che era stata richiesta in merito alla sola accusa di omicidio colposo.

L’ultima chance per l’ex comandante della Costa Concordia è il ricorso presentato alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo, che non ha ancora fissato la causa.

“Il Padre Eterno lo ha aiutato, perché se la nave fosse affondata sarebbero morte oltre duemila persone e poi perché alla fine ha avuto una pena di gran lunga inferiore di quella che si sarebbe meritato. purtroppo il nostro sistema penitenziario funziona male. Tra poco infatti uscirà dal carcere”

ha detto a La Nazione Francesco Verusio, il procuratore che coordinò le indagini sul naufragio della Costa Concordia.

Secondo i legali di Schettino, invece, le accuse di omicidio colposo a carico del loro assistito sarebbero infondate.

All’epoca della tragedia, l’ex comandante sostenne di “essere scivolato su una scialuppa”, sostenendo che comunque le sue azioni contribuirono a salvare la vita a molte persone.

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