Crisi idrica, dal lusso di lavarsi le mani alle difficoltà dell’agricoltura

La pandemia ha ampliato le differenze già esistenti tra chi ha e chi no. Non fa eccezione il bene primario per eccellenza: l’acqua.

La giornata mondiale dell'acqua, i dati su un'emergenza globale
Emergenza Idrica

Nella giornata mondiale dell’acqua, i dati provenienti dall’Unesco World Water Assessment Program ci raccontano una situazione allarmante, in cui metà della popolazione globale non ha facile accesso alla risorsa imprescindibile per la vita. Anche l‘Italia è carente.

Senza Acqua

Lo ricorda anche Francesca Greco, come riportato dall’Huffington Post. La ricercatrice del King’s Collage afferma che il bene primario ha decretato vita o morte degli uomini nell’ultimo anno.

“In alcune aree del mondo la difficoltà a lavarsi le mani con acqua pulita ha fatto crescere i morti”.

Il 55% della popolazione mondiale è sprovvisto di accessi adeguati per l’igiene delle mani. Si tratta di un totale di 3 miliardi di persone, ma anche di due quinti delle strutture sanitarie.

L‘assenza di acqua corrente è causa di malattie mortali. Tra queste il covid-19 è solo l’ultima che si è aggiunta ad una lunga lista: diarrea, colera, malaria, schistosomiasi e scabbia.

Inoltre l’approvvigionamento è faticoso per 230 milioni di persone, per la maggior parte bambine e donne, che impiegano circa 30 minuti per riempire un secchio d’acqua.

La situazione in Italia

Anche nel nostro Paese la situazione non è delle più rosse. Secondo l’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi), mancano 5 miliardi di metri cubi d’acqua rispetto al 1971.

Cinquanta anni fa, in una conferenza sulla tematica, si indicava in 17 miliardi di metri cubi la necessità di invaso necessaria a soddisfare le esigenze del Paese. Il risultato doveva essere conseguito entro la fine degli anni Settanta.

Non è stato così. Oggi la disponibilità è di 13,7 miliardi di metri quadrati, ma sono utilizzabili 11,9, come registrato dal Comitato Italiano Grandi Dighe e riportato dall’Ansa.

A ridosso della giornata odierna, Confagricoltura fa sentire la sua voce e indica cosa fare.

La rete idrica nazionale da trent’anni è abbandonata e richiede di essere ristrutturata urgentemente.

La mancata efficienza della struttura comporta degli sprechi importanti, come il 42% dell’acqua potabile tra la quantità immessa e quella erogata.

Coldiretti invece evidenzia “il danno più avverso legato all’agricoltura”, la siccità.

Frutto dell’epocale cambiamento climatico, la mancanza di pioggia provoca nel nostro Paese, che rimane ancora “piovoso”, un miliardo di euro di danni.

Per Coldiretti una valida risposta è il potenziamento del riutilizzo dell’acqua piovana, che ad oggi si attesta intorno ad un modesto 11%.

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