Clienti massacrati in un centro estetico: pluriomicidio in sauna

La polizia sta indagando per comprendere le dinamiche del pluriomicidio accaduto in un centro estetico cinese: diversi morti e alcuni feriti trovati nella sauna.

sauna

Le forze dell’ordine cinesi non sanno ancora come e cosa sia successo all’interno del centro estetico: sette persone sono state uccise nella sauna.

Massacro nella sauna di un centro estetico

In un ordinario centro estetico cinese a Kaiyuan, una cittadina situata a nord ovest della Cina, sono state massacrate sette persone nella sauna, la polizia le ha trovate morte. Trucidate mentre si concedevano del sano relax nella sauna, le indagini proseguono per scoprire modalità e movente.

Dalle indagini preliminari e dalle testimonianze sembra che all’interno della sauna relax sia nata una rissa inaspettata con toni molto spiccati. Poco prima che accadesse il massacro si sono sentiti urla e insulti. Le vittime decedute sono sette ma ci sono anche dei feriti, sette per l’esattezza.

I reali motivi di questo massacro sono ancora celati da un alone di mistero che le autorità intendono svelare nell’imminente per risolvere il caso.

La lite con toni accesi e un’arma da taglio

Oltre al dettaglio del litigio e della rissa prima che l’omicida compisse il massacro, le autorità hanno scoperto quale è stata l’arma che l’uomo ha usato durante il pluriomicidio.

Dalle indagini e dalle autopsia risulta evidente che un’arma da taglio, più precisamente un tipo di coltello da combattimento, sia l’oggetto che ha permesso di uccidere le sette persone nella sauna. Un omicidio di massa che ha sconvolto il personale del centro estetico e le autorità. Nessuno si aspettava di trovare una vera e propria carneficina all’interno della sauna.

Le autorità, si legge su Viagginews.it, hanno velocemente individuato un potenziale sospettato che al momento di trova in stato di fermo.

In Cina la punizione per questi gesti orribili è la morte, sono molti i criminali che hanno pagato con la loro stessa vita tali atrocità. Se il sospettato che ora si trova in stato di fermo dovesse confessare o venisse confermata la colpevolezza gli spetterebbe lo stesso triste destino di morte.

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