Il rapporto tra Giuseppe Costa ed i gruppi criminali non si sarebbe mai interrotto del tutto.
Il piccolo Giuseppe Di Matteo venne ucciso e poi sciolto nell’acido.
La morte del figlio di Santino Di Matteo
Era il 1996 quando il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito di mafia Santino Di Matteo, venne sciolto nell’acido.
Il bambino venne ucciso dopo due mesi di prigionia. A nascondere il piccolo Di Matteo in una cascina, su un terreno agricolo di sua proprietà, fu Franco Cataldo, che lo scorso maggio è rientrato in carcere.
Giuseppe Di Matteo venne rapito per cercare di convincere il padre a ritrattare le accuse contro i boss di mafia.
Il 12 gennaio del 1196, dopo due mesi di prigionia, il piccolo venne ucciso e poi sciolto nell’acido per volere di Giovanni Brusca, per vendicarsi del padre, che non volle mai ritirare le accuse contro i boss mafiosi.
Il carceriere Giuseppe Costa torna in carcere
È notizia di questa mattina che il carceriere del piccolo Di Matteo, Giuseppe Costa, sia tornato in carcere.
Come riferisce anche Il Fatto Quotidiano, i rapporti tra Costa ed i clan mafiosi non si sarebbero mai interrotti.
Secondo gli inquirenti, Costa, dopo aver scontato dieci anni di prigione, per aver costruito e sorvegliato la cella del piccolo Di Matteo, era tornato al servizio dei clan trapanesi.
Stando a quanto hanno ricostruito gli inquirenti, Costa non si è mai pentito, né ha mai collaborato con la giustizia.
Nelle scorse ore, durante un blitz dei militari di Trapani e degli uomini della Direzione investigativa antimafia, è stato arrestato mentre si trovava nella sua abitazione.
L’accusa nei suoi confronti è di associazione a delinquere di tipo mafioso.
Dopo aver scontato la sua detenzione, Giuseppe Costa avrebbe subito riagganciato i rapporti con i vertici dei clan di Trapani e Mazara del Vallo.