Brescia, Kekka stuprata e uccisa dall’amico: Pavarini rinviato a giudizio

La strangolò e la abbandonò in un prato perché lo aveva rifiutato, ora Andrea Pavarini andrà a processo.

Omicidio Kekka-rinvio a giudizio per Pavarini

Francesca Fantoni 39enne aveva una disabilità mentale e si fidò del suo assassino. Ripercorriamo il caso di Kekka uccisa a Brescia.

La scomparsa e la morte orribile di Kekka

La morte di Francesca Fantoni detta Kekka avvenuta il 25 gennaio 2019 a Bedizzole nel Bresciano, ha sconvolto tutti.

La 39enne affetta da ritardo cognitivo è stata prima stuprata, poi picchiata con calice pugni ed un oggetto di plastica.
Infine l’aggressore ha infierito su di lei e finita tramite strangolamento a mani nude.

L’omicida ha poi abbandonato il corpo della poverina dove si era consumata l’atroce violenza, un parco di Bedizzole.
Lì, vicino ai giochi dei bambini, il cadavere di Kekka è stato ritrovato da un carabiniere intorno alle sette della mattina.

L’omicidio è stato ancora più terribile tenuto conto della condizione mentale della donna che la rendeva ancora più vulnerabile. Lo stesso sindaco Giovanni Cottini che la conosceva bene ha avuto parole di grande commozione e dolore per lei.

“Ha pagato il suo essere fragile, buona e indifesa come una bambina”

A gennaio il processo: il giardiniere rinviato a giudizio

Francesca ha perso la vita in quel parco e per quel tragico gesto ha confessato un giardiniere 32enne del luogo.
L’uomo, che si chiama Andrea Pavarini, è accusato di violenza sessuale ed omicidio aggravato dalla crudeltà.

I due, come confermato dalla mamma di Francesca, si conoscevano ma non ebbero mai un rapporto al di là dell’amicizia. L’uomo era stato incastrato dal sangue della vittima ancora presente sulla felpa indossato la notte precedente.

Pochi giorni fa si è tenuta l’udienza preliminare nella quale il pubblico ministero Marzia Aliatis ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio per Pavarini.

Il 10 agosto scorso il gip aveva dato l’ok ad accertamenti psichiatrici sull’uomo, tra cui un encefalogramma ed una risonanza magnetica al cervello. Tali esami non sono ad oggi stati eseguiti e l’osservazione di tale mancanza da parte dell’avvocato della difesa Ennio Buffoli è stata rigettata.

Secondo quanto riporta Il Corriere, i periti avrebbero appurato che il 32enne pur con una fragilità mentale inerente alla sfera sessuale, agì in pieno possesso delle facoltà mentali.

Il dibattito tra difesa ed accusa dunque proseguirà in Tribunale con la nuova udienza del processo che si terrà il prossimo 3 febbraio.

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