Domenico De Pasquale, in arte Mingo, è stato condannato per tre servizi di Striscia La Notizia ma assolto per altri sette.
Mingo ha commentato la condanna circa presunti servizi falsi.
Striscia la Notizia
Il tg satirico Striscia la notizia, che va in onda su Canale 5 ha un largo seguito, vuoi perché condotto da personaggi divertenti e di spicco, vuoi perché gli scoop che mettono in luce i tanti lati oscuri del vivere quotidiano attirano l’attenzione degli “indignati”.
Inviati speciali, che in questo caso diventano notizia da “Striscia la Notizia”, ancora non se ne erano visti.
E’ cosi che Domenico De Pasquale, in arte Mingo, accusato di aver frodato con finti servizi, è stato condannato congiuntamente con sua moglie Corinna Martino, dal tribunale di Bari ad una pena di un anno e due mesi di reclusione.
Mingo ha accolto la sentenza molto serenamente e come riferisce tra l’altro anche la Repubblica, tramite i sui legali ha affermato:
“Attenderemo le motivazioni della sentenza”.
Le motivazioni della sentenza serviranno alla coppia per prendere una decisione, consigliati dai propri avvocati, su come agire.
Nelle intenzioni della coppia, accusata di truffa e diffamazione, la valutazione se impugnare la condanna inflitta dal Tribunale di Bari per i quattro falsi scoop venduti a Striscia la notizia.
Le prove della difesa
La coppia di coniugi, tramite gli avvocati Francesco Colonna Venisti e Ludovica Lorusso, avevano prodotto documenti a sostegno della loro tesi, circa la propria estraneità ai fatti per cui sono stati condannati.
Tuttavia la giudice Rosa Calìa Di Pinto non è stata convinta in pieno e ha emesso una condanna a sfavore degli imputati.
Per questo motivo sia gli imputati che i difensori hanno affermato:
“Le sentenze non si discutono, se non si condividono si impugnano”.
Convenendo che perché ciò sia possibile occorre aspettare le motivazioni del provvedimento penale. Per questo l’ex inviato ha sottolineato che poiché è stato condannato per tre servizi, mentre per altri è stato assolto in quanto il “fatto non sussiste”, intende fare luce sui fatti in appello.