L’inquinamento da plastica ha l’effetto più grande non sugli esseri umani, ma sulle creature indifese dell’oceano o di altri corsi d’acqua.
Rimanere intrappolati nella spazzatura può causare strangolamenti.
Inquinamento da plastica
Molte aziende inseriscono le lattine di birra o altre bevande, in imbracature di plastica. Per come sono strutturate queste “tele” di plastica, sono un grande pericolo per gli uccelli, i pesci e gli altri animali selvatici.
Gli anelli che circondano i tappi di platica, dall’apparenza cosi innocui, in realtà liberi nel mare e nell’ambiente, possono diventare strumenti di morte.
E’ stato fatto uno studio che porta il nome di The New Plastics Economy: Rethinking the future of plastics”, ad opera della World Economic Forum , secondo il quale, tra soli 35 anni, negli oceani nuoterebbero più bottiglie di plastica che pesci.
Un ipotesi che sembra essere avvalorata dall’attuale situazione che vede la presenza di oltre 165 milioni di tonnellate di plastica.
Di conseguenza senza le adeguate strategie mirate a combattere l’inquinamento marino entro il 2025 gli oceani potrebbero contenere 1,1 tonnellate di plastica ogni 3 tonnellate di pesce.
Come riferisce Greenme, questo rapporto porterebbe inevitabilmente ad un sorpasso della plastica sui pesci.
Un taglio prezioso
Eppure basterebbe cosi poco, un semplice taglio a questi anelli, a queste trappole mortali.
Basterebbe dedicare 10 secondi per tagliare gli anelli dalle proprie bottiglie di plastica (ad esempio del latte), per far si che nessun animale ci resti impigliato.
Secondo uno studio di Grenpeace la plastica, può essere anche scambiata per cibo, si è stimato che circa il 70% degli uccelli marini e l’80% delle tartarughe marine finisce con l’ingerire microplastiche.
Nel gennaio del 2017 a largo delle coste della Norvegia fu ritrovata una balena in fin di vita. Il motivo era per i tanti sacchetti di plastica che aveva ingoiato, il suo stomaco e l’intestino erano bloccati dai sacchetti di plastica.
In un recente studio sulla placenta umana sono stati trovati frammenti di microplastiche.
Tartarughe, uccelli marini, pesci e foche e altri animali, se non si pone un freno al dilagare della plastica in mare, continueranno ad essere le vittime dei nostri rifiuti.