“Virus già presente nel novembre 2019 in un bambino”: la conferma da una ricerca

Svolta circa la diffusione del coronavirus  da una ricerca dell’Università Statale di Milano: presente all’inizio di dicembre 2019.

il virus era in circolazione in Italia all’inizio di dicembre 2019.

Il paziente 1

Secondo alcuni studi circa la diffusione del coronavirus effettuati dell’Università Statale di Milano e in seguito pubblicati sulla rivista ’Emerging Infectious Diseases’, si è dimostrato come il virus fosse in circolazione in Italia fra fine novembre e l’inizio di dicembre 2019.

È stato infatti riscontrato il virus Covid-19 sul tampone di un bambino di 4 anni di Milano. La ricerca sta a dimostrare come la circolazione del virus all’interno della popolazione italiana ci fosse già tre mesi prima della scoperta del ’paziente 1’, Mattia Maestri di Codogno.

Questo farebbe del caso di Milano il primo caso ufficiale segnalato in Italia. Secondo i ricercatori, questo risultato cambia le conoscenze che abbiamo a proposito della diffusione spazio-temporale del nuovo coronavirus.

Secondo questa recente scoperta il bimbo, che vive nella provincia di Milano era stato portato al pronto soccorso, in quanto presentava vomito e difficoltà a respirare.

In seguito, il 1° dicembre iniziava a presentare un’eruzione cutanea simile al morbillo.

Sospetto morbillo

Passati 14 giorni dall’arrivo dei primi sintomi, al bambino veniva praticato un tampone orofaringeo per verificare l’ipotesi di sospetto morbillo.

Tuttavia in seguito si presentavano diverse e più diffuse manifestazioni cutanee, come in seguito sono apparse durante la pandemia Covid-19.

Sono stati proprio i dermatologi della Lombardia, l’area maggiormente colpita dalla pandemia, a fornire le descrizioni di questi sintomi al coronavirus.

Si fa sempre più concreta la convinzione che il virus circolasse da tempo indisturbato, considerata la velocità con cui è apparsa la pandemia. Tra le dimostrazioni scientifiche, quella relativa al ritrovamento verso la metà di dicembre della Sars-CoV-2 nelle acque di scarico di Milano.

Come riferisce anche il Tempo.it, questo spiegherebbe in parte la forza devastante e il rapido decorso della prima ondata al Nord.

Secondo la professoressa Antonella Amendola dell’Università Statale di Milano, che ha coordinato lo studio, il risultato ottenuto fornisce le indicazioni per dare in seguito una corretta risposta alle emergenze pandemiche.

 

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