Colpo di scena nel caso Genovese: rinunciano gli avvocati della giovane che lo accusa di stupro

Gli avvocati della ragazza 18enne che accusa Alberto Genovese di averla drogata e stuprata hanno rinunciato al mandato, ma lei ne ha già un altro.

La giovane che accusa Genovese di stupro cambia avvocato.

Rinunciano al mandato

Nel caso tra Alberto Genovese e la 18 enne che lo accusa di averla drogata e stuprata c’è un cambio di  attori. Gli avvocati in principio nominati dalla ragazza hanno deciso di rinunciare a rappresentarla.

La volontà espressa dai due togati è scaturita dopo aver appreso la notizia dell’avvenuto contatto tra la diciottenne e personale di fiducia di Alberto Genovese.

La notizia è stata resa pubblica dalla trasmissione tv Quarto grado. Tuttavia la giovane non si sarebbe persa d’animo ed ha già un altro avvocato. Si tratterebbe dell’avvocato che difese l’ex moglie di Fabrizio Corona, Nina Moric.

La comunicazione le è stata fatta pervenire mediante una breve nota dagli stessi legali, Luca Procaccini e Saverio Macrì, gli avvocati si erano “impegnati” nel tutelare l’immagine della ragazza anche a livello mediatico.

L’ipotesi di un risarcimento milionario

La scelta dei legali di rinunciare al mandato sembra essere avallata anche dai medici che fino ad ora si erano occupati della giovane, e scaturite dalle notizie riportate durante la trasmissione “Quarto grado”.

Gli avvocati riferendosi alle notizie del contato tra Genovese e la ragazza hanno detto:

“Notizie che vere o false che siano, vanno lette unitamente ad una ulteriore serie di circostanze”.

In pratica ci sarebbe stato un incontro in un ristorante milanese sabato 28 novembre tra la giovane e persone di fiducia di Genovese. In seguito si sarebbe rivolta all’avvocato Luigi Liguori, per farsi assistere.

Come riporta Fanpage.it, del risarcimento miliardario ne avrebbe anticipato lo stesso Gianluigi Nuzzi, in un articolo apparso sulla Stampa, dove si paventa un maxi risarcimento da 5 milioni di euro che Genovese sarebbe intenzionato a pagare alla  sua accusatrice per beneficiare di eventuali riduzioni di pena.

 

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