Il test, risultato poi una farsa di Louis Suarez, avrebbe potuto agevolare il calciatore Uruguaiano nella ricerca di un ingaggio in Italia.
Luis Suarez è l’attaccante dell’Atlético Madrid e della nazionale uruguaiana.
Esame farsa
E’ il 17 settembre quando Luis Suarez ha nella sua agenda una sosta importante: passare l’esame di B1. Si tratta di una assicurazione senza la quale finita l’avventura con il Real Madrid, potrebbe aprirgli la strada verso un ingaggio con la Juve.
La conoscenza della lingua italiana è necessaria, ma poiché le trattative per l’attaccante sono ormai iniziate, c’è poco tempo, bisogna stringere i tempi.
All’arrivo all’Università per stranieri di Perugia, ad attendere il giocatore, nonostante la mascherina sul viso, il cappellino e lo zainetto da studente lo mimetizzino un po’, i tifosi juventini e i giornalisti.
Come riportato anche da la Repubblica, la durata dell‘esame è stata di circa 25 minuti, un test con poche semplici domande.
Inoltre, contravvenendo alle regole, gli viene consegnato subito il diploma di certificazione di conoscenza della lingua italiana livello B1.
La Juve dovrebbe segnare l’attaccante in lista Champions entro le 24 del 6 ottobre, occorre ricordare che il giorno prima chiude il mercato italiano.
Qualcosa va storto
Sembrerebbe essere andato tutto liscio e invece l’esame del calciatore attira la magistratura e il procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone, lo definisce senza mezzi termini: “una farsa”.
Alla fine, con otto pagine a disposizione, la Guardia di finanza opera una perquisizione locale e informatica negli uffici dell’Università perugina.
Risultano indagate con l’accusa di falso ideologico, per il patentino di Suarez, cinque persone: il direttore generale Simone Olivieri, la rettrice Giuliana Grego Bolli, oltre chi esaminò il calciatore, Lorenzo Rocca, ma anche chi fece da tutor a Suarez, Stefania Spina e Cinzia Camagna.
Le accuse che gravano sui cinque riguardano, per quattro di loro aver informato Suarez dei contenuti della prova di esame orale, grazie al quale veniva data al calciatore l’attestazione della conoscenza italiana di livello B1, necessario per ottenere la cittadinanza italiana.
La Juve, dopo aver fornito la propria versione nella vicenda, è risultata essere estranea ai fatti.