Calendario dell’Avvento: perché si fa e cosa rappresenta

Oggi, 1 dicembre, si inizia il calendario dell’Avvento. Quali sono le sue origini e perché si realizza? Scopriamolo insieme.

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Basta aprire i social per trovarsi dinanzi ad un tripudio di calendari dell’Avvento.

Origini

Oggi i calendari dell’Avvento si sono trasformati in vere e proprie occasioni di consumismo. Ne esistono di ogni tipo: da i più tradizionali di cioccolato a quelli a tema beauty e make-up. Qualche azienda, ha deciso di realizzarne con birre o prodotti alimentari.

Non tutti, però, conoscono le vere origini del calendario dell’Avvento. La tradizione vuole che si componga di 24 caselle, da aprire ogni giorno che ci separa dalla vigilia di Natale.

L’Avvento tradizionale nacque intorno al IV secolo, per prepararsi alla nascita di Gesù. A partire dal 380, in occasione del Concilio di Saragozza, i fedeli vennero invitati a prepararsi al Natale con degli incontri spirituali che sarebbero durati fino all’Epifania.

Il simbolo dell’Avvento tradizionale è una ghirlanda che si appoggia sul tavolo. Su di essa, ogni giorno, verrà accesa una candela.

Le sue origini consumistiche affondano nel Nord dell’Europa, ad opera di Gerhard Lang, un editore di di Maulbronn. Fu proprio lui a stampare il primo calendario. Il primo vero e proprio esemplare, venne stampato nella stamperia Richold & Lang, proprio del suddetto editore. La tradizione tedesca voleva che, le mamme, regalassero un dolcetto ogni giorno che li separava dal Natale.

La tradizione arrivò in Italia grazie alla Pasticceria Galli di Milano che fu una delle prime a commercializzarli. Erano fatti di stoffa.

A cosa serve

L’obiettivo del calendario dell’Avvento è quello di rendere l’attesa del Natale più piacevole. In passato, ad ogni casellina, ogni giorno, corrispondeva i racconto di un particolare della storia della nascita di Gesù. Alla storia, spesso, seguiva una preghiera. Era un’occasione per condividere un momento tutti insieme ma anche per trasmettere il vero significato della festa.

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