Torino, in permesso premio dopo l’omicidio della ex: tenta di sgozzare la nuova compagna

L’uomo, un 43enne di origini tunisine, che nel 2007 aveva ucciso la sua compagna, aveva ottenuto un permesso premio per un lavoro.

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La nuova compagna aveva deciso di lasciarlo, scatenando la furia violenta dell’uomo.

L’omicidio della sua ex fidanzata

Era il 9 giugno del 2008 quando Mohamed Safi, di origine tunisina, venne arrestato per l’omicidio della ex compagna: Alessandra Mainolfi, 21 anni.

L’uomo l’aveva uccisa con due coltellate all’addome, dopodiché aveva chiamato i carabinieri.

“Ho ucciso il mio amore”

aveva raccontato al telefono. Per quel reato, il 37enne era stato condannato a 12 anni di reclusione, dopo la richiesta di una condanna a 15 anni fatta dal pm.

L’aggressione alla nuova compagna e la richiesta di condanna

Nel 2017 Mohamed Safi ottiene un permesso premio per lavorare in un bistrot fuori dal carcere, ed è in quel frangente che conosce la sua nuova compagna, una donna torinese di 43 anni.

Nell’ottobre del 2019, dopo aver scoperto il reale motivo della sua carcerazione, la donna aveva deciso di troncare la relazione.

Appena scesi dal tram 4 in via Giulio Cesare a Torino, l’uomo ha afferrato una bottiglia rotta nel tentativo di sgozzare la 43enne, che è riuscita a salvarsi grazie ad una grossa sciarpa che le copriva il collo.

L’uomo ha quindi inferto numerosi colpi con violenza al volto della donna, procurandole profondi tagli al viso. L’intervento di alcuni passanti ha fatto sì che l’aggressore si allontanasse e la donna venisse immediatamente soccorsa.

La 43enne è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico di ricostruzione maxillo-facciale.

Said è stato bloccato pochi metri dopo il luogo dell’aggressione. Come riferisce anche La Repubblica, la Procura ha chiesto una condanna a 12 anni di reclusione per il 37enne che lo scorso anno sfregiò la sua nuova compagna con una bottiglia di vetro, nel tentativo di ucciderla.

Mohamed Said è accusato infatti di tentato omicidio.

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