Ultimatum scaduto, il primo ministro etiope decide per l’offensiva: sarà attaccata la capitale della regione del Tigrè, Macallè.
L’ultimatum di resa è oramai scaduto e il primo ministro dell’Etiopia ha preso la sua decisione: attaccare la regione del Tigrè nel cuore pulsante, la capitale Macallè.
Ultimatum dall’Etiopia scaduto
Il conflitto sanguinoso tra governo federale etiope e il fronte di Liberazione del Tigrè dura da quasi un mese, sono morti troppi civili innocenti e l’Etiopia ha proposto ai suoi nemici una via di uscita: una resa pacifica.
Dopo che anche l’ultimatum di resa pacifica è scaduto con una parziale resa delle armate nemiche, la decisione presa dall’Etiopia è cristallina: la fase decisiva e finale della guerra avrà inizio.
Nella giornata di ieri il primo ministro etiope, Abiy Ahmed, ha ordinato che l’esercito proceda con l’attacco armato alla capitale del Tigrè, Macallè. Il Fronte di Liberazione del Tigrè non ha accolto l’ultimatum e le 72h sono scadute.
Il primo ministro ha fatto una richiesta a tutti gli abitanti della capitale Macallè per evitare di spargere sangue innocente: la raccomandazione è quella di rimanere a casa, non uscire per nessun motivo.
Final Phase of the Rule of Law Operations Commences pic.twitter.com/TAAyZxSe0U
— Abiy Ahmed Ali 🇪🇹 (@AbiyAhmedAli) November 26, 2020
Macallè sarà sottoposta ad attacco armato
Ahmed ha specificato nel comunicato che l’ultimatum di resa è scaduto e ha provocato la resa di molti militari e forze speciali nemiche. Adesso le operazioni del governo federale si concentrano nella fase finale dopo 3 settimane di guerra.
I combattimenti degli ultimi giorni, si legge su IlPost.it, hanno causato la morte di molti innocenti, ci sono al momento 30 mila rifugiati scappati in Sudan per chiedere aiuto.
Sia il TPLF che il governo federale si accusano a vicenda denunciando le atrocità della parte avversaria oltre al blocco degli aiuti umanitari. Con i prossimi attacchi ancora milioni di cittadini potrebbero rimanere senza cibo e carburante.
Molti abitanti di Macallè hanno deciso di non rimanere in casa e fuggire. Le comunicazioni con la regione del Tigrè sono state interrotte da settimane e i numeri tanto quanto le notizie non sono chiari.
Non è dato sapere precisamente quante persone sono in fuga e soprattutto se siano a conoscenza che l’attacco armato etiope su Macallè sta per essere portato a termine.