La decisione della cassazione di affidare il rimborso alle vittime di violenza allo Stato segue l’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Se una donna che ha subito violenza non viene risarcita dal suo assalitore nel processo civile sarà lo Stato a farlo. Sarebbe questa la decisone assunta dalla Cassazione.
Quest’ultima, infatti, ha riconosciuto il diritto al risarcimento ad opera dello Stato ad una donna di cittadinanza italiana la quale ha vissuto quella terribile esperienza nel lontano 2005. Quest’ultima, infatti, nonostante abbia visto la condanna degli imputati non aveva ricevuto alcun rimborso.
Il rimborso sarebbe stato sollecitato dall’Unione Europea
Quest’ultima sentenza, inoltre, avrebbe seguito il nuovo orientamento tracciato dall’Unione Europea durante lo scorso luglio. La terza sezione della Cassazione, inoltre, sarebbe stata sollecitata sul mancato arrivo dell’indennizzo in favore della donna proprio dall’Ue. L’Italia, infatti, non aveva ancora capito e di conseguenza adottato la direttiva riguardo il mancato rimborso delle vittime.
La questione, successivamente, è stata portata davanti ai giudici comunitari proprio per la mancata messa in pratica della direttiva 2004/80, colei che imponi agli Stati il risarcimento.
La cassazione promette un risarcimento pari alle sofferenze subite
A richiedere il parere sarebbe stata la stessa cassazione prima di procedere a “condannare” la presidenza del consiglio ad un risarcimento in linea con il tipo di abusi subiti.
Infine, la violenza risalirebbe all’ottobre del 2005 quando, nonostante la condanna penale, gli autori non hanno effettuato alcun risarcimento civile. La somma del risarcimento, inoltre, sarebbe stata ridotta dato che è stato erogato già un indennizzo a favore della vittima.
Sarebbe stata proprio quest’ultima, inoltre, a citare in giudizio, nel 2009, la presidenza del Consiglio con l’accusa della mancata attuazione della direttiva dell’Unione Europea sull’obbligo per gli Stati membri di introdurre un sistema di tutela indennitaria. In conclusione, alla donna sarebbe arrivato un risarcimento di circa 30mila euro.