Patrick Zaki, altri 45 giorni di carcere. Amnesty interviene: “Serve un’azione diplomatica molto forte”

Per il caso di Patrick Zaki interviene anche Amnesty che teme venga usato come monito per tutti gli altri ragazzi in Egitto, mentre confermano altri 45 giorni di carcere.

Patrick Zaki, altri 45 giorni di carcere. Amnesty interviene: "Serve un'azione diplomatica molto forte"

Rinnovo per altri 45 giorni di carcere previsti per Patrick Zaki e ora Amnesty chiede un’azione diplomatica concreta.

Rinnovo di altri 45 giorni di carcere

La custodia cautelare per lo studente egiziano dell’Università di Bologna è stata rinnovata per altri 45 giorni, come da conferma del suo legale che ha annunciato l’esito in base all’udienza avvenuta sabato.  L’accusa nel suo Paese è quella di aver compiuto propaganda sovversiva.

Non è stato liberato come si pensava, nonostante i nove mesi e mezzo che ha scontato presso il carcere egiziano con rinnovo di alri 45 giorni e l’accusa di istigazione al terrorismo in merito ad alcuni post di Facebook che – come cita il legale – sono di dubbia paternità.

Ora il ragazzo rischia 25 anni di carcere e la sentenza con rinnovo si è svolta sabato al Cairo. La Procura ha necessità di altro tempo per decidere come comportarsi con il ragazzo indagando ulteriormente sui 10 post di Facebook che porterebbero a

“diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”

Tutti reati che in Egitto fanno rischiare appunto sino a 25 anni nel carcere di Tora, dove è ora da nove mesi e mezzo.

Le parole di Amnesty International

Amnesty International è intervenuta sul caso dello studente parlando di un reale accanimento giudiziario e chiedendo a gran voce all’Italia:

“un’azione diplomatica molto forte “

Come si legge anche su TgCom, questi arresti hanno portato la stessa Amnesty a pensare che l’udienza non sarebbe andata per il meglio viste le accuse mosse allo studente, anche dopo l’arresto del direttore esecutivo Razek e i due dirigenti della Eipr. Il grande timore è che il caso di Zaki venga utilizzato in Egitto come monito verso tutti gli studenti che ora sono all’estero.

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