Benedicta Daniel, uccisa a sprangate e gettata in un fosso: chiesti 30 anni per l’omicida

La 40enne venne barbaramente uccisa con una morsa di metallo nell’aprile dello scorso anno ad Albareto, frazione del modenese.

Omicidio Benedicta Daniel

Il killer, Leopoldo Scalici, si costituì qualche ora dopo quel terribile omicidio, accompagnato dalla mamma.

L’omicidio di Benedicta Daniel

Era il 7 aprile del 2019, quando un uomo a passeggio con il suo cane, scoprì il corpo senza vita di Benedicta Daniel, una prostituta conosciuta come Anita nell’ambiente della prostituzione modenese.

Il corpo senza vita della giovane donna era riverso in un fossato, in una zona piuttosto isolata, dove le coppiette erano solite appartarsi per trovare un po’ d’intimità.

Il cadavere della vittima presentava due grosse ferite alla nuca. Il volto era rimasto completamente sfigurato per via dei colpi inferti con una morsa metallica, arnese utilizzato da falegnami e ferramentisti per tenere fermi i pennelli.

L’esame autoptico accertò che il delitto era avvenuto poco distante dal luogo del ritrovamento del corpo di Benedicta.

La confessione del killer

A poche ore dal ritrovamento, accompagnato dalla madre, Leopoldo Scalici, 42 anni, si presentò nella caserma dei carabinieri per confessare il delitto.

L’uomo, disoccupato, raccontò di aver consumato un rapporto con lei e poi di averla colpita con l’arnese metallico. L’uomo, come si accertò in seguito alle indagini, aveva agito sotto l’effetto di droga, ma l’utilizzo delle sostanze stupefacenti non aveva compromesso la sua capacità di intendere e volere.

Come riferisce anche Fanpage, l’omicida raccontò di aver incontrato la vittima la notte tra il 6 e il 7 aprile dello scorso anno e di aver consumato un rapporto con lei su un furgone che un amico gli aveva prestato.

Tra i due, stando al racconto del 42enne, sarebbe scoppiata una lite, culminata con l’omicidio della donna. Giunto ad Albareto, Scalici abbandonò il cadavere seminudo di Benedicta.

L’accusa ha chiesto per Leonardo Scalici una condanna a 30 anni di carcere. 

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