Covid, l’allarme della Confcommercio: 40 mila imprese a rischio usura

Il fenomeno risulta addirittura in crescita e la situazione peggiore si registra nel Mezzogiorno d’Italia.

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Le imprese sono quindi maggiormente esposte all’interesse della criminalità e degli usurai.

L’allarme di Confcommercio

Il mondo delle imprese rischia il collasso per via dell’emergenza coronavirus. È l’allarme lanciato da Confcommercio. Volumi di affari ridotti e mancanza di liquidità stanno rendendo la situazione delle aziende italiane particolarmente complicata.

A ciò bisogna aggiungere anche le spese per adeguarsi alle nuove normative sanitarie che rischiano di mettere definitivamente al tappeto le imprese del bel Paese.

Secondo una stima di Confcommercio, rilanciata anche da La Stampa, sono almeno 40mila le aziende, tra piccole e grandi attività, che in Italia sono a rischio usura.

“Un fenomeno che risulta in crescita ed È resa ancor più grave dalla crisi che ha aumentato nettamente l’esposizione delle imprese ai fenomeni criminali”

è il drammatico quadro che emerge dall’analisi della Confederazione Generale Italiana delle Imprese.

Maglia nera al Mezzogiorno e al settore turistico-ricettivo

La situazione peggiore si registra nel Mezzogiorno e per le imprese del terzo settore, quindi turismo.

“Esiste un pericolo reale”

sottolinea Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio.

Le imprese rischiano quindi di diventare un boccone prelibato per il mercato criminale e per gli usurai, che sfruttano le difficoltà economica e la mancanza di liquidità. Il settore terziario registra una drammatica perdita di fatturato, quasi il 38%.

Quello che non sorprende è quindi che negli ultimi sei mesi sia aumentato il numero di imprenditori che si è rivolto a “canali non ufficiali” per chiedere un prestito. Un incremento che arriva al 14%, rispetto al 10% registrato prima della pandemia.

Una grossa fetta di imprenditori, nonostante l’aiuto che deriva dalle forze dell’ordine e dalle associazioni di settore, ammette di non sentirsi al sicuro contro eventuali infiltrazioni della criminalità.

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