Crisi del turismo: ecco le regioni italiane più colpite

Il coronavirus ha impattato pensantemente anche sul turismo, mandandolo in crisi. Tanto che, l’Italia ha registrato la metà delle presenze rispetto l’anno precedente.

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A causa della crisi del turismo, anche gli incassi comunali sono calati a picco per la mancata riscossione delle tasse di soggiorno.

Le regioni più colpite

La crisi del turismo in Italia è stata parecchio forte. A causarla, ovviamente, l’emergenza sanitaria con lockdown e restrizioni del caso. A mancare sono state soprattutto le presenze straniere.

Le cinque regioni italiane più colpite, con i loro rispettivi sistemi turistici, sono: Veneto, Sicilia, Toscana, Lombardia e Lazio. A divulgare l’informazione l’Istituto Demoskopika. Il Veneto ha ottenuto il triste primato con una perdita della spesa turistica pari 3.272 milioni di euro. Proprio in Veneto, infatti, gli arrivi sono scesi del 63,3% rispetto all’anno precedente. Anche la Sicilia è in crisi con -59,9%.

In Lombardia, invece, le presenze sono calate del 55,8% rispetto all’anno precedente. A seguire, la Toscana con una contrazione del 59,2% ed il Lazio con il -54,7%. L’Emilia Romagna è il fanalino di coda con il suo -55,6%.

Giù anche gli incassi comunali

Anche i comuni hanno sofferto di questi mancati arrivi turistici. Infatti, non hanno potuto incassare le consuete tasse di soggiorno. Si è stimata, per il momento, una perdita di 211 milioni di euro o più.

Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, come si evince da TgCom24, ha affermato:

“Il governo decida se il turismo è davvero un settore strategico per la propria economia. Si attivi, nella forma e nella sostanza, a condividere con i portatori di interesse del comparto un unico Piano di ripresa del turismo italiano contenente consapevolmente obiettivi, strategie, azioni, risorse finanziarie e indicatori di risultato”.

Egli ha continuato dicendo che, un mancato intervento, potrebbe condurre ad un danno inestimabile. Questo anche perché potrebbero alimentarsi circoli viziosi che, in futuro, potrebbero ostacolare la effettiva ripresa del settore.

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