Inchiesta per epidemia colposa: Gallera e Fontana in Procura a Bergamo

Interrogati il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore Giulio Gallera nell’ambito dell’inchiesta per epidemia colposa.

epidemia colposa

L’assessore è stato ascoltato per 3 ore come persona informata sui fatti. Nel pomeriggio previsto il colloquio con il governatore lombardo. Le indagini riguardano i presunti ritardi nell’Istituzione della zona rossa e sulla presunta epidemia colposa nella regione più colpita dal coronavirus.

Inchiesta a Bergamo

Il governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana,  l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, attesi in Procura per l’inchiesta sull’epidemia colposa.

Come riferisce anche Fanpage, nell’ambito dell’indagine, gli inquirenti stanno valutando la mancata istituzione della zona rossa a Bergamo, oltre alla gestione dei pazienti covid e i numerosi morti nelle case di cura per anziani.

L’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, è stato ascoltato per oltre tre ore dai pm di Bergamo ed ha risposto alle domande come persona informata sui fatti.

Ai giornalisti, l’assessore si è detto molto tranquillo:

“È un atto dovuto. La magistratura sta approfondendo e noi siamo informati sui fatti. Non sono preoccupato”.

Atteso anche Attilio Fontana

In mattinata è atteso in Procura anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana.

Il presidente, dallo scorso 27 maggio, è sotto scorta. A deciderlo la Procura di Varese, che ha raggiunto la decisione dopo le minacce sul web e i due murales apparsi sui muri del capoluogo lombardo, che hanno apostrofato il governatore come assassino.

I pm hanno convocato anche il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. La data dell’incontro con Bonometti sarà fissata nelle prossime ore.

Focus del colloquio dovrebbe essere proprio la questione della zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro. Un provvedimento che Nè governo né regione adottarono. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, fu Confindustria a fare pressione perché non si chiudesse, probabilmente preoccupata dagli effetti negativi del lockdown.

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