Coronavirus in Italia, allarme a Bergamo: tantissimi i giovani con la polmonite

Allarme Coronavirus Bergamo: almeno 1.800 trentenni con la polmonite Covid-19

Sono almeno 1.800 a Bergamo i trentenni con polmonite da Covid-19: si tratta di un dato riferito dalla Federazione medici di famiglia Lombardia.

“Il coronavirus evidentemente non colpisce solo in età più avanzata”,

commenta Paola Pedrini, segretaria Fimmg Lombardia.

È Bergamo la provincia più colpita dal Covid-19: sono 6.471 i casi confermati e oltre 500 i deceduti.

Sono molti i pazienti deceduti a casa senza avere nemmeno il tempo di fare il tampone.

Il Sindaco Giorgio Gori ha denunciato:

“Molte persone stanno morendo nelle loro case e non vengono censite”.

Emergenza Coronavirus: l’invito ai giovani a restare a casa

Per evitare che salga il numero dei giovani contagiati dal coronavirus, il direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, Massimo Galli, invita i giovani a restare a casa.

«Gli adolescenti si considerano immortali. Ma ci sono anche giovani in rianimazione con problemi decisamente seri. Trentenni e anche più giovani».

Coronavirus in Lombardi: in calo morti e positivi

Secondo i dati riportati dall’Ansa sono in netto miglioramento i dati relativi all’emergenza coronavirus in Lombardia.

Rispetto al 22 marzo, il 23 marzo è in calo il trend sia dei contagiati che dei decessi: i pazienti positivi sono 28.761 e i deceduti sono 3.776.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 1.142: è quanto ha riferito l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera.

Analizzando il trend i dati fanno ben sperare: c’è stato un dimezzamento della crescita giornaliera dei contagi.

Coronavirus, perché in Lombardia ci sono tanti morti?

Tanti fattori hanno influito sull’elevata mortalità e sui contagi registrati in Lombardia e in tutto il Settentrione italiano:

  • presenza di molte infezioni non diagnosticate,
  • fattori ambientali,
  • inquinamento ambientale,
  • età avanzata della popolazione,
  • anziani molto a contatto con i giovani,
  • mutazioni genetiche del virus cinese,
  • sovraccarico strutture sanitarie,
  • stato avanzato della pandemia.

 

 

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