Crisi Coronavirus: Lagarde pronta ad alzare il Quantitative Easing

Emergenza Coronavirus: “Una sfida senza precedenti”, ha sottolineato la stessa Lagarde, che rivela di essere pronta ad alzare il Quantitative Easing

Dinanzi allo tsunami coronavirus è necessario

“rispondere alla situazione senza precedenti che la nostra unione monetaria sta affrontando”,

ha sottolineato la stessa Presidente Christine Lagarde.

“Siamo assolutamente pronti a incrementare l’entità dei nostri programmi di acquisto di attività e ad adeguarne la composizione, nella misura necessaria e finché le circostanze lo richiederanno”,

ha sottolineato la Presidente che è pronta ad esplorare tutte le opzioni e tutti gli scenari per supportare il sistema economico del Vecchio Continente.

Lagarde può salvare l’euro?

La risposta alla pandemia Coronavirus, che la Banca centrale europea ha svelato mercoledì sera potrebbe essere la migliore speranza dell’Europa per evitare una crisi finanziaria più profonda e forse una rottura del “blocco valutario”.

La BCE è intenzionata a lanciare un nuovo programma di acquisto per affrontare l’emergenza pandemica.

La banca centrale si impegnerà ad acquistare assets per un valore di € 750 miliardi.

Il piano, che è stato lanciato nel corso di una riunione di emergenza, si estenderà alla Grecia, che finora era stata esclusa dal Quantitative Easing.

Emergenza Coronavirus: “c’è necessità di flessibilità”

Sarà flessibile, il che significa che la BCE sarà in grado di allocare i fondi in piena situazione di emergenza e di recessione economica cagionata dalla pandemia coronavirus.

Tale decisione ha fatto precipitare i rendimenti obbligazionari in tutta la Zona Euro.

I rendimenti obbligazionari italiani sono scesi di quasi 80 punti base a circa l’1,65%.

Il tasso di interesse sul debito greco sta scendendo sempre di più, di 170 punti base, al di sotto del 2%.

Ma davvero tutti ne hanno beneficiato: dalla Spagna al Portogallo e persino alla Francia e alla Germania.

La banca centrale insiste nel mantenere i propri limiti autoimposti.

Ad esempio, una massiccia parte dei suoi acquisti deve essere costituita da titoli tedeschi, che gli investitori considerano estremamente sicuri.

Inoltre, la BCE non può acquistare più del 33% dei titoli in circolazione di un emittente, anche da titoli sovrani.

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