Emergenza Coronavirus: Decreto “Cura Italia” per le Partite IVA

Decreto Cura Italia: aiuti economici per 5 milioni di Partite IVA

In piena crisi e recessione economica cagionata dal coronavirus, nel decreto Cura Italia sono contenute una serie di misure e di aiuti economici per le Partite IVA e lavoratori autonomi, che ricevono un importante aiuto dal Governo.

Sono ben 5 milioni le Partite IVA e i lavoratori autonomi che beneficeranno di alcuni aiuti e sostegni economici approntati dai ministeri di riferimento.

Nel mese di marzo 2020 è previsto un bonus di 600 euro: il Ministro dell’Economia Gualtieri ha chiesto a chi non ha problemi di liquidità di dare la precedenza a chi versa in cattive condizioni economiche.

Nel Decreto ‘Cura Italia’ sono stati approntati ben 350 miliardi di euro a sostegno degli italiani.

Decreto “Cura Italia”: aiuti economici per le Partite IVA

A partire dal 23 febbraio 2020 è possibile accedere al bonus che deve essere richiesto direttamente all’INPS.

Il sussidio deve essere richiesto dal Libero Professionista e dal Lavoratore Autonomo con Partita IVA o dal lavoratore titolare di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.).

Decreto Cura Italia: sono necessarie misure “coraggiose”, il commento del CNDCEC

Tenendo conto che la crisi cagionata dal coronavirus sta colpendo gran parte dei titolari di Partita IVA, dovuta alla chiusura dell’attività o alla drastica riduzione del fatturato, il CNDCEC ha evidenziato che sono necessarie decisioni più coraggiose.

Il Consiglio Nazionale nel comunicato stampa del 17 marzo 2020 ha sottolineato che, ancora prima della presentazione della dichiarazione, era necessario cominciare dallo sblocco della compensazione dei crediti per imposte dirette.

La sospensione dei versamenti in scadenza nel mese di marzo per i soggetti con ricavi o compensi non eccedenti a 2 milioni di euro sono interventi che, se non estesi e prorogati, rischiano di essere poco efficaci nel tempo.

Anche la stessa proroga di due anni dei termini di accertamento in favore degli enti impositori risulta del tutto sproporzionata rispetto all’arco temporale brevissimo riguardante la sospensione dei termini previsti in favore delle Partite IVA.

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