Maxi confisca al re dei prestiti di Palermo: l’accusa per il 66enne Francesco Abbate è di usura. Sigilli a 42 immobili.
La Guardia di Finanza ferma l’attività del “monaco” di Palermo: è così che Francesco Abbate, accusato di usura, era soprannominato.
Maxi confisca a Palermo
La Guardia di Finanza ha confiscato beni immobili per oltre 17 milioni di Euro. È il ricavato dell’attività di usura di Francesco Abbate, 66enne di Palermo.
Come evidenzia anche La Repubblica, nella sua rete erano caduti i piccoli commercianti ed i grandi imprenditori, che necessitavano di prestiti veloci.
Abbate, conosciuto da tutti come il “monaco” per la sua forte religiosità, imponeva tassi dal 25 al 250%. Il suo impero era di cirrca 17 milioni di Euro.
Tantissime le persone che si sono rivolte ad Abbate per prestiti, sia piccoli che di grande valore. Pochi però hanno avuto il coraggio di denunciare l’attività di usura.
Denunce fondamentali per ricostruire l’attività illecita di Abbate, sempre molto attento a spostamenti e conversazini telefoniche.
Molti erano quelli che non riuscivano a ripagare i debiti ad un tasso lievitato fino al 250% e così Abbate è riuscito a costruirsi un vero e proprio impero immobiliare.
Lunghi mesi d’indagine hanno consentito agli investigatori del Gico, il gruppo antimafia della Guardia di finanza, di ricostruire movimenti ed estorsioni.
Ai clienti veniva chiesta la garanzia di una casa, che sarebbe stata confiscata da Abbate nel caso il prestito non fosse stato saldato dal cliente ed è così che il monaco è riuscito a creare l’impero confiscatogli dalle Fiamme Gialle.
L’arresto nel 2013
Nel 2013 Francesco Abbate era già finito in manette. Cinque anni dopo la corte d’appello di Palermo lo ha condannato a 7 anni di carcere, pena che sta tuttora scontando.
L’operazione di oggi mette definitivamente i sigilli ad un tesoro intestato a prestanomi e familiari. Gli immobili sequestrati sono 42, alcuni anche a Milano. Confiscata anche un’auto e una quindicina di polizze vita.
