“Punita dopo aver lanciato l’allarme coronavirus a dicembre”, l’urlo della dottoressa di Wuhan

Questo medico ha lanciato l’allarme coronavirus a dicembre ed è stato punito per le sue parole: ecco la testimonianza che sta facendo il giro del mondo.

"Punita dopo aver lanciato l'allarme coronavirus a dicembre", l'urlo della dottoressa di Wuhan
Dottoressa Ai Fen

Ai Fen è la dottoressa che ha messo tutti in allerta a dicembre per il coronavirus: ma è stata punita per le sue parole.

Chi è Ai Fen, la dottoressa che ha lanciato l’allarme a dicembre

Tutto parte dal 30 dicembre 2019 quando nel reparto della terapia d’urgenza a Wuhan si presenta un paziente con dei sintomi influenzali anomali. La responsabile Ai Fen nota che le tradizionali metodologie non sortivano alcun effetto e per questo motivo decide di fare un prelievo di sangue.

Una volta che arrivano i risultati delle analisi dal laboratorio, non crede ai suoi occhi: Sars coronavirus. Una diagnosi inaspettata con un cerchio in rosso che evidenzia la parola Sars: la dottoressa invia subito uno screen dei risultati ad un ex collega dell’Università e medico di un ospedale di Wuhan.

Una notizia che ha fatto presto il giro di tutti i medici tanto che la dottoressa nella stessa notte riceve un invito, ovvero quello di non divulgare la notizia sul caso misterioso onde evitare panico tra la gente.

La lettera di richiamo e la punizione

Passarono solo due giorni e la dottoressa viene richiamata con una lettera da parte del responsabile disciplinare dell’ospedale:

“ha diffuso voci che turbano la stabilità”

A quel punto la dottoressa – come si evince dalla sua intervista rilasciata alla rivista locale Renwu – ha chiesto ai colleghi di indossare tutti gli indumenti protettivi sotto il camice e mascherine, nonostante le autorità dell’ospedale lo avessero vietato:

“se avessi saputo cosa sarebbe successo non mi sarei preoccupata del rimprovero dei miei superiori. ne avrei parlato con chiunque e la situazione forse ora sarebbe differente da come si presenta oggi”

Impostazioni privacy