I commissari dell’ex Ilva di Taranto hanno firmato l’accordo con il colosso franco-indiano ArcelorMittal, ma i sindacati bocciano il patto.
Pace fatta tra l’ex Ilva e il gruppo ArcelorMittal. Cosa succederà ora?
Firmato l’accordo
Dopo oltre 4 mesi di trattative, si è finalmente raggiunto l’accordo tra l’ex Ilva di Taranto e il colosso franco-indiano ArcelorMittal.
Questa mattina, come evidenzia anche Il Sole 24 ore, i commissari dell’ex Ilva e i vertici del colosso hanno siglato un accordo che di fatto modifica il contratto di affitto del polo siderurgico.
Obiettivo dell’accordo è quello di garantire la continuità dell’Ilva. Finisce così la guerriglia iniziata lo scorso mese di novembre, quando i legali di ArcelorMittal citarono il gruppo di Taranto, con la richiesta di accertare la clausola, correlata al recesso dal contratto di affitto, che obbligava ad acquistare rami del polo.
L’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva si mosse immediatamente, depositando un ricorso cautelare contro la recissione del contratto.
La prossima udienza è prevista per venerdì 6 marzo. Il nuovo accordo dovrebbe mettere fine al contenzioso, per avviare la ripartenza del polo siderurgico con un nuovo piano industriale.
I sindacati bocciano il patto
I sindacati però non ci stanno e bocciano di fatto l’accordo sottoscritto dalla multinazionale e dall’Ilva. Il problema, stando a quanto rivendicano i segretari di Cgil Cisl Uile Fim Fiom Uilm, sarebbe quella di un’eccessiva incertezza, soprattutto su quelle che saranno le prossime mosse del governo.
I rappresentanti dei lavoratori lamentano un mancato coinvolgimento dei sindacati da quando il contenzioso ha avuto inizio lo scorso novembre.
“Riteniamo non chiara la strategia del Governo in merito al risanamento ambientale, alle prospettive industriali e occupazionali del Gruppo”
hanno fatto sapere i segretari generali. Intanto, il prossimo 6 marzo ci sarà una nuova udienza al Tribunale di Milano, durante la quale ArcelorMittal ritirerà ufficialmente l’atto giudiziario contro il polo e i commissari dell’Ilva faranno lo stesso con il ricorso cautelare.
